Dall’Italia: Una formazione politica guidata da D'Alema? |
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Sabato 28 Gennaio 2017 16:39 |
Il pasticciaccio brutto della deforma elettorale non è risolto e non c’è dubbio che le recenti vicende politiche italiane abbiano lasciato il segno. La “sentenza” popolare contro la “deforma costituzionale” si appaia alla sentenza giudiziaria contro la “deforma elettorale”. E’ di pochi giorni, infatti, la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che ha bocciato parte dell’Italicum, l’infelice alterazione democratica
delle norme elettorali, un’altra “deforma” che avrebbe dovuto, nelle intenzioni di Renzi, consegnargli tutto il potere sovrano anche con una minoranza di voti (appena il 40%) contro l’altro 60% di tutti gli altri partiti litigiosamente incompatibili. Non sarà così, non ci sono più le condizioni giuridiche e politiche. E’ stata tirata troppo la corda e ora si è rotta, lasciando contrasti e contrapposizioni. Soprattutto in casa PD, quel Partito Deformatico che è causa prima del caos istituzionale e politico che stiamo vivendo. Ed è proprio caos in casa PD, perché quando si perde si perde, e chi ha perso, in un partito così, diventa nemico di sé stesso e di tutti gli altri. Sarà “notte dei lunghi coltelli”? Si riproporrà anche in casa PD quello che accadde nella Germania nazionalsocialista nella notte fra il 29 giugno e il 30 giugno 1934, quando al vertice del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori, il “comandotuttoio” dell’epoca, ordinò alle “squadre d’assalto” l’epurazione di vecchi nemici o ex compagni politici del “capo di tutto”, capo del governo, capo del partito e capo di chissà cos’altro. A quell’epoca non si andava tanto per il sottile e i “lunghi coltelli” non era solo una metafora, come invece sarà adesso da noi. I non allineati da noi adesso non perderanno la vita, ma la carriera sì. E “cadranno molte teste illustri” in casa PD. Rottamate. Non verranno ricandidate. Renzi è tornato dopo quaranta giorni di solitudine nel deserto e ha provato a risvegliare e rilanciare il partito (che per coincidenza è già entrato nel Partito Socialista Europeo mentre vagheggia di diventare Partito della Nazione, pur essendo ancora Partito dei Lavoratori e che, pur con tutte le giravolte possibili e immaginabili, sintetizza di nuovo i termini di Partito Nazional Socialista dei Lavoratori) radunando a Rimini gli amministratori locali del PD, le “squadre d’assalto” alle quali, dopo aver deciso di far tenere nuove elezioni politiche il prossimo giugno, ha assegnato loro un traguardo ambizioso: l'obiettivo è prendere il 40% dei voti, unico modo per governare senza "caos" e "inciuci". Ma anche senza Democrazia. Glielo ricorda Massimo D’Alema da Roma, dove, contemporaneamente al raduno renziano di Rimini, lui ha radunato i suoi sostenitori all'Assemblea nazionale dei comitati "Scelgo no". Per D’Alema il futuro del PD e del Centrosinistra passa per il congresso prima delle elezioni, e dall'esperienza dei comitati crea un nuovo movimento denominato "ConSenso. Per un nuovo Centrosinistra". "Se la sordità prevarrà e prevarrà l'idea di correre ad elezioni senza un progetto, dev'essere chiaro che una scelta di questo tipo renderebbe ciascuno libero". Non pronuncia la parola "scissione", ma poco ci manca. "Abbiamo lasciato per strada un pezzo fondamentale del nostro mondo - ha detto D'Alema - e difficilmente lo recuperiamo senza un cambio di rotta. E io aggiungo, affettuosamente, senza un cambio di leadership", affonda l'ex presidente del Consiglio D’Alema, tra i più agguerriti oppositori della riforma costituzionale firmata da Renzi. "Bisogna mettere mano con serietà alla legge elettorale e trovare un compromesso, per un ragionevole equilibrio fra rappresentanza e governabilità, e non precipitare il Paese nella ingovernabilità oppure in un inciucione i cui confini sono difficilmente immaginabili". Occorre "innanzitutto rimuovere lo scandalo dei capilista bloccati, imponendo anche al Senato la preferenza di genere. E poi la possibilità che il primo partito possa avere un modesto e limitato premio, che la Corte non esclude". Insomma, le intenzioni del più acerrimo nemico interno di Renzi sono chiare: riportare il PD nel suo alveo originario ed evitare inciuci con la destra. Ma la domanda che rimane sospesa è: quanto seguito potrebbe avere una formazione politica guidata da D'Alema?
da montenovonostro |