Dal Mondo: Eccòme no, anche quella è un essere “umano”. Sehh |
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Mercoledì 12 Aprile 2017 16:04 |
C’è da rimanere allibiti. Mentre nessuno sembra appassionarsi alla fine orrenda di concepiti privati alla vita da pratiche abortive che solo la legge ritiene legali, seppure aborrisce a ogni coscienza umana che considera sacra la vita dal concepimento alla morte naturale, in compenso abbiamo tanta gente che fa pubblica e rumorosa professione di amore per gli animali. D’altra parte è stata (giustamente, in questo caso,
riteniamo noi) approvata non molto tempo fa un’altra legge che condanna chi maltratta o uccide gli animali. Ma non i concepiti, che saranno pure ugualmente destinatari di diritti tutelati, come quelli alla successione ereditaria, ma non alla vita. E’ la legge, bellezza. Pare un film e infatti fa la parodia di un titolo (“E’ il cinema, bellezza”, che a sua volta fa la parodia di una celebre uscita di Humphrey Bogart che nel film "L'ultima minaccia" conclude il film con la frase "E' la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi fare niente. Niente!". Non possiamo farci niente? Tra ex ministre che promuovono l’amore viscerale per i cani ed ex presidente del consiglio che allatta gli agnellini (con qualche difficoltà ad apprendere la nuova specialità rispetto a precedenti poppate), mentre una “presidenta” della Camera dei Deputati “adotta” due pecore, proliferano animalisti che difendono le diete vegetali e stravedono per pietanze a base di finocchi. Eppure l’ultima della serie non l’avevamo ancora sentita, né pensavamo mai di dover sentire. Eccola: è stata liberata Cecilia, la scimpanzé femmina a cui lo scorso novembre sono stati riconosciuti diritti umani con una storica sentenza della Corte di Argentina. Primate di 19 anni, Cecilia viveva in una piccola gabbia di cemento allo zoo di Mendoza. Dopo la morte dei suoi compagni, Charlie e Xuxa, era caduta in depressione, e la sua situazione aveva spinto il Progetto Grande Scimmia, che difende i diritti fondamentali dei grandi primati antropomorfi, e gli attivisti dell’Afada, un’organizzazione argentina per la difesa dei diritti animali, a portare il caso in tribunale. La giudice María Alejandra Mauricio aveva così deciso di accogliere la richiesta di applicare l’Habeas Corpus, un principio giuridico per la salvaguardia della libertà individuale che permette di evitare una detenzione senza i dovuti elementi d’accusa. Uno strumento mai applicato sugli animali, ma la Mauricio aveva ritenuto che Cecilia potesse rientrare nella legge in quanto “soggetto non umano” e non oggetto. Se questa è la tendenza legislativa e giuridica, sarà dura pensare a che razza di futuro ci attende. Eccòme no, anche quella è un essere “umano”. Sehh.
da montenovonostro |