Se in uno Stato democratico ognuno è libero di dimostrare le proprie idee come vuole, senza oneri e senza impedimenti (meno che a Montenovo dove, per dimostrare le proprie idee, la sinistra che “comanda” pretende da “montenovonostro” la non modica somma di ben 604,00 euro di tasse varie, più altri 2,00 euro già pretesi precedentemente, alla faccia della libertà, di quella libertà che non ha prezzo, meno che a Montenovo), a Milano invece eccome se la sinistra manifesta. Né paga niente
per farlo. E che cosa ti fa, questa sinistra? Manifesta a sostegno dei migranti per le strade di Milano. Gratis. Già ieri ben 76 sindaci su 134 della città metropolitana di Milano, poco più della metà, avevano firmato il protocollo per la distribuzione dei profughi nel territorio, che prevede la suddivisione di 5065 migranti tra i vari comuni, che ora si trovano soprattutto a Milano e Bresso. L’incontro era avvenuto nel capoluogo lombardo in presenza del ministro dell’Interno Marco Minniti, del sindaco Beppe Sala e del prefetto Luciana Lamorgese. “Oggi hanno già firmato in 76 – ha spiegato il prefetto (non la “prefetta”) Lamorgese – ma sono più di 80 quelli che hanno dato la loro disponibilità”. E ha aggiunto che “dobbiamo unirci perché dobbiamo essere pronti, la situazione va gestita insieme a tutte le parti interessate”. Sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza “è chiaro che i sindaci la possono vedere anche in maniera differente dal punto di vista politico, ma un sindaco non può girarsi dall’altra parte sperando che i problemi si risolvano” ha commentato il sindaco PD di Milano Giuseppe Sala. “Lo dico ai sindaci che non sono con noi”, ha aggiunto, riferendosi in particolare ai sindaci leghisti che si sono invece ritrovati davanti alla Prefettura per manifestare contro il protocollo. “Non si fa così di fronte a un problema che sarà dominante. Abbiamo un prefetto che ci sostiene, un ministro che si sta impegnando. Milano è un’isola che può creare un arcipelago. Noi non ci giriamo dall’altra parte”. Qualche altro primo cittadino che ha firmato il protocollo accusa i leghisti di “aver abdicato alla loro funzione di sindaci”. Oibòh! Non siamo d’accordo. Un sindaco abdica alle sue funzioni quando non fa gli interessi dei suoi compaesani che lo hanno liberamente eletto, come fa il nostro (“nostro” si fa ovviamente tanto per dire) di Montenovo, non quando, dimenticando gli interessi dei compaesani che amministra, fa invece gli interessi di coloro che non sono nemmeno compaesani, non sono residenti, non hanno la cittadinanza, sono stranieri, spesso immigrati clandestini. Questo è un rovesciamento ideologico e concettuale che certamente corrisponde all’imperativo del “cambiamento” che si è dato il Partito Deformatico, ma non corrisponde certo al dovere di un sindaco eletto dai compaesani e non dagli stranieri immigrati, per di più irregolari o clandestini. Qui si sta facendo confusione. Una cosa è l’accoglienza degli stranieri, di cui può, se vuole, farsi carico lo Stato nell’ambito di scelte internazionaliste e terzomondiste che piacciono tanto alla sinistra, ma non hanno niente a che vedere con i compiti e i doveri dei sindaci dei Comuni, che hanno doveri ben precise: quelli di promuovere il benessere dei “propri” concittadini o, nel nostro caso, dei “propri” compaesani. Un sindaco che indulge a privilegiare gli interessi degli stranieri rispetto ai diritti dei compaesani è lui che “abdica” alle sue funzioni, ai suoi poteri, alle suoi doveri. Altrochè. Se non si capiscono queste cose, non ci si deve stupire se cresce la rabbia e la protesta, se crescono i movimenti razzisti. A farli crescere non sono gli italiani, che non sono razzisti, è il Partito Deformatico che provoca la reazione. E alla fine, rischiano di avere ragione i militanti dei centri sociali milanesi dell'extra-sinistra che hanno contestato il PD nel corso del corteo pro-migranti a Milano, con i contestatori che hanno definito lo spezzone del Partito Democratico "la peggior destra", ripetendo che la presenza del PD è fuori luogo poiché sostiene la legge Minniti-Orlando, criticata perfino dalla radicale Bonino. Come “montenovonostro” da tempo afferma aborrendo Nerone, poiché ognuno è libero di manifestare, meno che a Montenovo.
da montenovonostro |