Dall’Italia: Buono solo per Nerone e i suoi ben tardi emuli? |
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Lunedì 12 Giugno 2017 16:31 |
Singolare. L’ineffabile “Presidenta” della Camera dei Deputati, la sinistra “onorevola” Laura Boldrini non ce ne risparmia una che è una. "E' un mondo al contrario quello in cui tutte le ONG (n.d.r. Organizzazioni Non Governative che raccolgono i naufraghi migranti davanti alle coste della Libia), indistintamente, vengono investite da una campagna dissennata, da sospetti senza una prova, che rappresentano un colpo basso inferto a tutta la rete della
solidarietà" – ha detto oggi - "E' una rete di cui il Paese dovrebbe vantarsi, invece di lasciare che venga infangata e bersaglio di speculazioni politiche". E allora com’è che sempre oggi la stampa nazionale prende posizione contro il caporalato e i nuovi schiavi, accusando la “filiera sporca” del cibo, della quale anche Bruxelles sarebbe complice: dagli antichi schiavi delle piantagioni di cotone agli schiavi moderni, con sullo sfondo multinazionali e aziende senza scrupoli che si affidano ad intermediari illegali, i caporali, per sfruttare stati di necessità e indigenza. Un mare di schiavitù in cui nuota anche la malavita, non a caso sempre più interessata alle ondate migratorie. In Calabria, ad esempio, la ’ndrangheta pesca nel bacino dell’immigrazione clandestina, sfruttando i nuovi schiavi invisibili per il lavoro nei campi e alloggiandoli in stalle e porcili. Molti dei prodotti che oggi arrivano sulle tavole italiane, con i consumatori ignari, hanno, infatti, un peccato originale. Una filiera sporca che distorce anche il mercato. Secondo il rapporto di Coop Italia e del Milan Center for Food Law and Policy, presieduto da Livia Pomodoro, ex presidente del Tribunale di Milano, in Italia un terzo del lavoro agricolo è irregolare, un sommerso pari a 17 miliardi di euro con lo sfruttamento, in particolare, di donne e immigrati clandestini. Un rapporto concepito con l’invito a “tenere alta la guardia in Italia come in Europa” così Livia Pomodoro “nella battaglia per il rispetto dei diritti fondamentali, primo fra tutti quello del lavoro e del lavoro agricolo in particolare”. E sull’argomento si leva anche un’altra voce, quella ben più autorevole della Coldiretti, che afferma: “è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una giusta distribuzione del valore a sostegno di un vero commercio equo e solidale”. Ora tutto questo discorso significa una cosa sola: avevamo ragione noi quando nelle scorse settimane scrivevamo al sindaco, ai parlamentari e consiglieri regionali marchigiani e a tutti i compaesani contro le nuove forme di schiavitù, come quelle dei “lavori socialmente utili gratuiti”, cioè non retribuiti, che non sappiamo ancora se siano stati davvero adottati anche dal nostro Comune (perché ancora attendiamo risposta alle nostre pressanti richieste di informazioni) con vergogna per ogni coscienza democratica. E com’è, allora, che contro lo sfruttamento degli immigrati si accorgono tutti, meno la sinistra “Presidenta” e il nostro (“nostro” si fa ovviamente tanto per dire) sinistro sindaco che ha firmato il protocollo di intesa del cosiddetto “decreto Minniti”, che sarebbe forse buono solo per Nerone e i suoi ben tardi emuli?
da montenovonostro |