Ostra Vetere: L’avevano amorevolmente costruito per noi |
Martedì 20 Giugno 2017 23:11 |
“montenovonostro” ha la memoria lunga, si sa, non solo per ricordare i fatti recenti, ma anche quelli più vecchi. E fra i fatti recenti non può fare a meno di ricordare quello che aveva scritto appena ieri Lunedì 19 Giugno 2017 nel comunicato “Ostra Vetere: Quando si dice la differenza. Meditate gente, meditate” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/38622-ostra-vetere-quando-si-dice-la-differenza-meditate-gente-meditate) anche a proposito delle fotografie allegate “a futura memoria affinchè tutti ne possano prendere visione e conservarle per una occasione prossima ventura, che non mancherà”. Ed eccola la prima “occasione prossima ventura”, che è già venuta. E allora ri-alleghiamo una foto, la prima, perché è davvero istruttiva. Per capirla meglio, l’abbiamo allargata e sezionata per vedervi anche i più piccoli particolari, che a prima vista potrebbero sfuggire, ma non a noi. La foto è stata scattata nella Sala Consiliare del Comune di Montenovo, il luogo civile più “sacro” del paese, nel quale si esaltano le funzioni ed i poteri intangibili dell’autonomia comunale e dove si dovrebbero assumere le decisioni più importanti e migliori nell’interesse di tutta la comunità locale. Ma ritrae anche quattro personaggi, di cui uno solo ci è noto: il sindaco. Gli altri tre ci sono sconosciuti, anche se quello più a destra (e non poteva che essere così, con l’aria che tira ormai in quel partito nel quale milita) ci pare di riconoscervi il dottore senigalliese Fabrizio Volpini, ora consigliere regionale del PD. Da Senigallia è venuto nella nostra Sala Consiliare e presiedere ad una “cerimonia” insieme ad altri due personaggi a noi sconosciuti, ma che, circondando fra tutti e tre il nostro sindaco (“nostro” si fa ovviamente tanto per dire) dovrebbero avere una ben “alta” funzione. Non può sfuggire a nessuno l’accentuata e plateale espressione di piena soddisfazione per quello che il sindaco, chino e quasi prosternato, sta facendo. Firma il documento che sancisce la irreversibilità della
trasformazione del nostro Ospedale, nemmeno tanto tempo fa diventato solo RSA, che perde così ogni possibilità di prestazioni sanitarie di ricovero in degenza medica, per essere ridotto a sola funzione sociale, finora esercitata altrove e dove avrebbe potuto tranquillamente continuare a svolgersi, senza “sfasciare” le altre risorse strutturali locali. Si tratta della fine (ingloriosa) di una storia che a Montenovo è durata almeno settecento anni, di certo almeno dal 1342, anno a cui risalgono i primi documenti che citano espressamente l’Ospedale di Montenovo, che a quell’epoca era dedicato a Santa Caterina. Da fuori sono venuti in tanti a godere con soddisfazione la fine di un’epoca plurisecolare, sancita dalla firma di chi dovrebbe essere il “primo cittadino” e che invece rischia di essere l’ultimo a rivestire questo ruolo, perché i senigalliesi e gli altri del PD, se continua così, riusciranno anche a “sopprimerci”, oltre all’Ospedale che aveva 700 anni e la RSA che ne aveva nemmeno trenta, anche il libero Comune di Montenovo, che ne ha addirittura 900. E la foto allegata sancisce questo “sfascio” istituzionale e strutturale, da conservarla per qualche altra occasione prossima ventura, che non mancherà. Ma come? Domandiamo noi. Non era stato lo stesso sindaco che aveva firmato quell’offensivo comunicato del 17 gennaio 2014, contro il quale abbiamo dovuto prendere adeguati provvedimenti seppure da noi puntualmente e integralmente divulgato con il nostro comunicato in pari data dal titolo “Ostra Vetere: La “verità” del Comune sulla RSA di Ostra Vetere” (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/19840-ostra-vetere-la-verita-del-comune-sulla-rsa-di-ostra-vetere). Tra quelle “verità” del Comune sulla RSA di Ostra Vetere, lo stesso sindaco assicurava testualmente che “Non dobbiamo dimenticare che l’obiettivo principale è quello della restituzione funzionale della RSA e dei servizi sanitari e di assistenza nel territorio. Questa Amministrazione Comunale, preso atto della situazione, già dall’insediamento ha intrapreso confronti serrati con i Dirigenti e gli Amministratori ASUR e Regionali per ristabilire, conservare e potenziare i servizi sanitari indispensabili al fine di riportare, nel rispetto anche delle direttive di riorganizzazione sanitaria di tutta la Regione Marche, almeno i servizi essenziali nella struttura esistente, aperta e voluta anche a seguito di donazioni che a suo tempo permisero alla comunità ostraveterana di usufruire di importanti servizi”. Ma come? Domandiamo ancora noi. Firmando questo nuovo documento di “deforma”, il sindaco smentisce “l’obiettivo principale è quello della restituzione funzionale della RSA”, altro che “restituzione funzionale della RSA”. Non è più vero niente quello che pomposamente aveva dichiarato appena tre anni fa? E com’è che adesso si prostra al volere di sconosciuti forestieri e “sfascia” lui quella “struttura esistente, aperta e voluta anche a seguito di donazioni che a suo tempo permisero alla comunità ostraveterana di usufruire di importanti servizi”? Non è più vero niente quello che diceva tre anni fa? In così poco tempo è capace di cambiare opinione? In appena tre anni passa da “l’obiettivo principale è quello della restituzione funzionale della RSA” alla rinuncia perpetua all’Ospedale e alla RSA? E’ così facile per lui cambiare opinione? Addirittura su un argomento che lui stesso aveva definito come “l’obiettivo principale”? Eppure, proprio per evitare che si cambiasse opinione su questo “obbiettivo principale” e servizio essenziale, i nostri antenati avevano inciso addirittura sulla pietra l’elenco di quelle “donazioni” benemerite, anche da lui citate e che noi di “montenovonostro” ricordiamo e celebriamo doverosamente nel “memore e riconoscente” ricordo “alle nuove generazioni” di Ostra Vetere citate nella lapide. E lo facciamo pur pubblicando, purtroppo, la foto dell’ingloriosa fine dell’Ospedale, tra la gonfia soddisfazione di potenti forestieri deformatori, così come però pubblichiamo anche la foto della lapide che ancora si conserva nell’ormai ex-Ospedale per indicare, dopo quelli che oggi lo hanno impietosamente “sfasciato”, anche i tanti benemeriti compaesani dei secoli scorsi che invece l’avevano amorevolmente costruito per noi.
da montenovonostro |
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