Un appello ai giovani del paese: non fatevi rubare un’altra volta il futuro. Qui siamo in appena 3.400, ma non siamo gli ultimi. Ultimi ci hanno ridotto trent’anni di irresponsabile gestione della politica locale. Ci rivolgiamo ai giovani, a quelli che si affacciano alla vita civile e sociale, a quelli che non sanno niente o quasi del passato perché non c’erano, a quelli che non sanno perché nessuno ha mai raccontato loro cos’era e com'era il nostro paese prima, mezzo secolo fa. A loro ci rivolgiamo oggi, per raccontare chi eravamo e chi non siamo più. Il
paese aveva alcune centinaia di abitanti in più di oggi e tutti gli immigrati in meno. Purtroppo in tanti, troppi, se ne sono andati, mentre fino a trent’anni fa qui veniva tanta gente da tutti i paesi d’attorno, perché qui c’era lavoro. Grazie a una generazione di imprenditori venuti dal nulla, che erano operai che lavoravano insieme ai loro operai, ma che vedevano a lungo. Sulla loro capacità di caricarsi sulle spalle le terribili devastazioni della guerra mondiale è nato il miracolo degli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, Ottanta, fino a far risorgere il paese più bello e più grande di prima. Sono state le officine, i laboratori, le imprese e i negozi a fare la fortuna del paese per mezzo secolo. Ma niente sarebbe stato possibile se non ci fossero stati loro, gli imprenditori, i nostri imprenditori, a far muovere tutto. Alla loro memoria vogliamo tributare un doveroso omaggio e un ringraziamento: senza di loro niente si sarebbe potuto creare. Loro hanno davvero creato il loro e il nostro futuro. Era gente semplice, che non aveva studiato, tanti avevano sofferto, ma avevano imparato. Avevano imparato a campare la vita e a renderla migliore. Avevano imparato le cose, tante cose, e soprattutto cose nuove. Avevano imparato la diversità delle idee. Avevano imparato a sviluppare progetti. Avevano idee diverse, anche idee politiche diverse. Ma sapevano tollerare. Perchè prima di tutto avevano imparato a rispettarsi fra loro. E anche se talvolta erano in disaccordo, mai si sono avventati gli uni contro gli altri. Mai hanno scavato fossati, mai hanno approfondito le divisioni. Avevano tribolato da giovani e sapevano chinare il capo, ma non per paura, non per codardia, non per vigliaccheria. Bensì per fermezza d’animo. Sapevano farlo perché avevano appreso dalla vita che è meglio un cattivo accomodamento, che una lite infinita mossa dall'egoismo. Prendiamo esempio da loro, oggi. Dobbiamo prendere esempio da loro se vogliamo far tornare il paese a risollevarsi. Trent’anni di perfidie e cattiverie non hanno portato niente di buono, né ai perfidi e cattivi d’animo, né a noi. E se anche gli altri, i perfidi e cattivi d’animo, non ne sono capaci, facciamo uno sforzo noi, anzi uno sforzo doppio. Potremo farcela, sapremo farcela. Ma non da soli. Per questo rivolgiamo un appello ai giovani: la politica vi ha deluso, questa politica vi ha deluso. E’ diventata una politica rissosa, incattivita, furbastra, deludente e repellente. Ma quella di oggi non è l’unica politica possibile. Ce n’è anche un'altra: che non urla, non sbraita, non insulta, non offende, non danneggia, non inganna. E’ fatta di silenzio, di riflessione, di idee serie pesate a lungo e di piccoli gesti, ma significativi. E lascia il segno. Ma lo lascerà solo se voi vorrete. Se voi giovani lo vorrete. Per questo lanciamo un appello. Avvicinatevi. Ascoltate. Parlate. Dite la vostra. Ma non urlate, né insultate, né denigrate. Fuggite la perfidia e la cattiveria, l’invidia e l’egoismo. Queste sono tutte cose brutte che abbiamo visto praticare in questi ultimi trenta anni. Ma hanno portato male a tutti, oltre che al paese, ridotto com’è. Bisogna cambiare. Venite con noi. Non fatevi rubare un’altra volta il futuro.
da montenovonostro |