Si arrabattano e corrono, ma i risultati mancano. Solo adesso, dopo la sconfitta elettorale, il “granitico” PD, Partito Deformatico, scopre l’acqua calda. Teneva gli occhi chiusi e testardamente professava il dovere d’accoglienza (tanto paga Pantalone) senza limiti, senza remore, senza logica. Ci ha pensato il popolo con una batosta memorabile (seppure ancora solo amministrativa) a far rinsavire chi
avrebbe dovuto essere savio di suo, per le responsabilità che porta e che invece disattende e fraintende. Non paga Pantalone, paghiamo noi il mercimonio che si nasconde dietro al gigantesco affare dell’accoglienza. Non c’era verso, negli anni passati, nei mesi passati, nelle settimane passate, di far capire che “governare” è cosa ben diversa dal “deformare”. Presuppone prima una capacità di ascolto delle ragioni del popolo, poi una capacità immediata di individuare soluzioni giuste e tempestive ai problemi e, infine, una capacità operativa che invece al Partito Deformatico fa sempre difetto. Basta vedere che cosa ha combinato in quest’ultimo anno con il terremoto. Già lo stesso 24 agosto avevano incominciato, come fanno sempre, a demonizzare gli avversari demolendo il “Caso L’Aquila”, bollato come gravemente carente. Poi sono andarti a prendere come Commissario Straordinario quel presidente della Regione Emilia Romagna prima che sbattesse la porta al partito per andare con Bersani e D’Alema e l’hanno messo a capo della ricostruzione, nonostante nella sua regione avesse dimostrato quanto poco aveva ricostruito, altro che L’Aquila. E adesso, dopo un anno, non sanno più che pesci prendere, mentre i sindaci e le popolazioni sbuffano perché è tutto fermo. Una figura peggiore potevano farla solo con l’immensa tragedia dell’immigrazione selvaggia. Non l’hanno capita, non l’hanno affrontata, non l’hanno gestita. C’è voluto lo schiaffone delle elezioni amministrative per far capire al Partito Deformatico che c’è qualcosa, anzi troppo, che non va. E mentre continuavano a sollecitare gli arrivi incuranti delle reazioni dell’opinione pubblica frastornata e arrabbiata, adesso, con furbesca voltafaccia, vorrebbero bloccare i porti. Anzi, no. Vorrebbero che si aprissero i porti altrui. Ma gli “altri” rispondono picche, a casa loro decidono loro, non vogliono farsi “comandare” dagli attardati eredi del “comandotuttoio” italiano: e così Francia e Spagna chiudono le frontiere e l’Austria manda addirittura i carri armati al Brennero. La reazione alle pretese italiote sono durissime e rischiano di mandare a monte l’intero disegno europeista. Davvero, era meglio pensarci prima e ascoltare il popolo. Adesso loro vorrebbero chiudere tutto, all’esatto contrario di quello che testardamente predicavano fino a dieci giorni fa. Non siamo d’accordo. Né sul prima, né sul dopo. Non siamo d’accordo con la politica lassista che favoriva l’invasione, né siamo d’accordo adesso che vorrebbero addirittura contraddire ogni scelta solidaristica. L’abbiamo detto tante volte: sappiamo che accogliere chi si trova in obiettive condizioni di pericolo o di grave necessità è un dovere imprescindibile per ragioni di coscienza, di morale e di umanità. E' un'opera di misericordia dovuta e ineludibile. Ma accogliere a braccia larghe moltitudini tumultuanti di giovinastri in cerca d’avventure mondialiste è semplicemente dissennato. Altro che le strampalate teorie della sinistra Boldrini e dell'altrettanto sinistro Vendola, secondo cui "ci portano ricchezza": una asserzione inebetita e contrologica. Non solo. E’ addirittura immorale negare ai nostri connazionali gli stessi diritti garantiti ai migranti. Quando ci sono famiglie sfrattare e senza lavoro costrette a dormire nei camper o addirittura in macchina e quando ci sono artigiani e commercianti che si tolgono la vita perché non ce la fanno più ad andare avanti per la crisi, mentre contemporaneamente si scialacqua in telefonini ultratecnologici ai ragazzotti di colore ospitati in ville e resort, è un vero e proprio insulto alla giustizia. E da questa situazione da irresponsabili, adesso il PD vorrebbe invertire totalmente la rotta, negando addirittura l’accesso anche ai veri rifugiati richiedenti asilo. Quando una forza politica sballa così, se è in minoranza sono più o meno affari suoi. Ma se a sballare così è la forza politica maggioritaria e per di più investita di responsabilità di governo, allora non sono più affari loro, perché sono affari nostri. Vogliono chiudere i porti adesso, quando fino a ieri, dimenticando di essere loro al governo ormai da molti anni, davano spudoratamente la colpa all’ex ministro dell’interno Maroni. Ma Maroni al governo non c’è più dal 2011 e se aveva fatto tanto male con i suoi provvedimenti, perché in questi lunghi sei anni il PD non ha cambiato le sue norme, rimediando ai suoi errori? Dire che è colpa di Maroni e non risolvere i problemi aperti non è solo infantile, è molto di più: è offendere l’intelligenza del popolo. Che infatti alle prime elezioni possibili ha ripagato di moneta sonante il PD. Per concludere questo lungo discorso, il tema rimane unico: sì comunque all’accoglienza di chi ha diritto, ma no all’accoglienza degli zuzzurelloni giramondo, perché l’Italia non se lo può permettere, fino a quando non provvede a garantire situazioni di sopravvivenza dignitosa anche ai propri poveri e ai senza lavoro. Il sospetto è che in realtà si è voluto favorire l’immigrazione generalizzata solo per costituire un bacino illimitato di forza lavoro a basso costo per favorire le brame di certo padronato di non nobili intenti. Contro tutte le frottole che ci ha raccontato in questi anni il Partito Deformatico basta solo dare un’occhiata al grafico allegato, pubblicato dall’attendibile agenzia giornalistica ANSA. Mostra l’andamento dei flussi migratori negli ultimi 25 anni: l’incremento esponenziale inizia proprio nel 2011, quando Maroni se ne andò e arrivò la sequela dei governi a partecipazione o a guida PD. Meno che il PD, chiunque è in grado di comprenderne la portata devastante.
da montenovonostro |