Eppure eravamo stati chiari fin da subito. Appena dopo le elezioni amministrative anticipate del 2013, abbiamo dovuto attendere ben 45 giorni prima di riuscire a farci fissare un appuntamento per parlare con il primo responsabile delle sorti di una comunità complessa come la nostra. Sarà anche una “piccola” comunità, addirittura troppo piccola per rimanere Comune autonomo, come insiste a dire e volere il PD. Ma noi non siamo d’accordo. Siamo per il mantenimento del libero Comune autonomo di Montenovo, che esiste da ben novecento anni e non c’è nessuna ragione plausibile, tantomeno condivisibile, per ridurlo a misera frazione di qualche altro Comune altrui. L’abbiamo detto più e più volte che non
vorremmo mai essere “invasi” da altri per farci imporre un sindaco eletto da fuori e nemmeno montenovese, come vorrebbe il PD con la fusione dei piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti come siamo noi. Anzi, proprio per riaffermare il nostro spirito autonomistico e identitario, già peraltro ben chiaro nello stesso nome che ci siamo scelti di “montenovonostro”, abbiamo addirittura cambiato il nostro simbolo iniziale per includervi i tre principi cardine del nostro impegno civile e amministrativo: LIBERTA’, AUTONOMIA, GIUSTIZIA. Perché, oltre a tutte le altre interpretazioni possibili, per noi: 1) Libertà è democrazia, che si esprime mediante l’inalienabile diritto al voto a suffragio universale diretto (quindi noi montenovesi, e solo noi montenovesi, non altri, devono poter votare per eleggerci liberamente chi deve amministrarci a Montenovo; 2) Autonomia è diritto ad avere un organismo istituzionale comunale, libero di svolgere funzioni e incarichi senza ingerenze o condizionamenti esterni di natura politica, seppure come facoltà concessa dall’organo superiore Stato a quello inferiore Comune, di avere funzioni proprie per specifiche esigenze della nostra popolazione; 3) Giustizia è senso e consenso naturale e innato che impegna ogni singolo montenovese a tenere rapporti e comportamenti reciproci ispirati a probità, onestà, correttezza e non lesività verso il prossimo, come virtù morali che comportano doveri e diritti uguali per tutti. Tutte queste cose abbiamo sempre professato nel corso di questi quattro anni, insistentemente, settimanalmente, pubblicamente, per spiegare sempre e fino in fondo il nostro pensiero, anche a costo di essere prolissi e ripetitivi. Ma “repetita iuvant” dicevano gli antichi, che erano più accorti di tanti e troppi nostri contemporanei. Anzi, abbiamo detto che per ottenere è necessario chiedere, e poi è meglio ripetere la richiesta, tante volte non ci fossimo spiegati bene o il destinatario avesse capito male la prima volta. Quindi, meglio ripetere. Ma abbiamo anche detto che eravamo disponibili anche ad esagerare un po’, ripetendo la richiesta perfino una terza volta, ma solo per mettere in mora, poi sarebbe stata l’ultima, perché dopo tre volte chi vuole capire capisce, sennò non vuol capire e allora è del tutto inutile ripetere ancora. E infatti, dall’altra parte abbiamo trovato una maggioranza politica che, pur predicando inizialmente bene (e l’abbiamo subito detto che apprezzavamo il loro programma elettorale per i principi che vi venivano enunciati quattro anni fa) ha poi sistematicamente disatteso le promesse, contravvenendole, dimenticandole, bistrattandole, infrangendole, tradendole, “sfasciando” quel poco che c’era rimasto dopo il ventennio “sfascista”, come l’ultimo caso (ma e solo uno dei tanti e tantissimi) della definitiva chiusura dell’Ospedale e della RSA. E’ troppo. Avremo occasione di contestare puntualmente, anzi puntigliosamente e prossimamente, tutti i “tradimenti” delle mancate promesse che questa sinistra maggioranza politica e amministrativa ha prodotto in questi quattro anni e che sono fin troppi. Non si può più tollerare questa situazione e aspettiamo con trepidazione che giunga nell’anno prossimo l’epoca delle elezioni amministrative comunali anticipate ( “anticipate” perché ben 12 frettolosi “innovatori” nel 2013 hanno tradito il mandato quinquennale fiduciosamente conferito loro dall’organo sovrano che è il popolo montenovese, affossando il paese nella vergogna civile del commissariamento, anticamera del ben peggiore risultato conseguente) per poter sperare che le cose migliorino. Per questo rinnoviamo il nostro caloroso appello a tutti i compaesani affinché ci aiutino con il loro personale impegno e con suggerimenti a costruire una alternativa possibile a questo insopportabile stato di cose. Perché il paese deve tornare a prosperare, nonostante la sinistra Lista Civica per Ostra Vetere che ha dimostrato di non essere capace di farlo, nè si può più lasciare Montenovo in mano a questa sinistra sfascista.
da montenovonostro |