Dall’Italia: Ma come? Non facevano molto meglio di Berlusconi all’Aquila? |
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Sabato 19 Agosto 2017 16:13 |
Cosa ci tocca sentire. Prima che scatti l’anno da quel terribile 24 agosto dell’anno scorso, il super-mega-iper-maxi-galattico commissario alla ricostruzione, quel tanto laudato (tempo fa) Vasco Errani, getta la spugna e se ne va, insalutato ospite. Non solo la “ricostruzione” non si sa cosa sia in Italia Centrale dopo il terremoto dell’Amatrice, ma non si sa ancora nemmeno cosa sia l’ “emergenza”. Come da noi, che la sinistra sfascista giubila tanto per quell’iper-lodato “piano ben preciso per le emergenze”,
che c’è, ma non ce lo fanno vedere e del quale, forse, si vergognano un po’. Pensate, afferma che se dovesse succedere qualcosa da noi, c’è lì, bell’e pronto, funzionante e attivo, anche l’Ospedale “Antonio Canova” con tanto di medici, assistenti medici, infermieri, inservienti, letti, attrezzature e ogni ben-di-Dio che tutti sanno quanto è proprio così. Tale Montenovo, tale Italia. Anche in Italia tutto sarebbe apposto, tutto in ordine, tutto fatto, tutto ricostruito, secondo il Partito Deformatico. Eccòmenò! Seehhh! Non c’è niente a Montenovo, nonostante le chiacchiere, e non c’è niente in Italia, nonostante gli affanni renzian-gentiloniani a dire che tutto va bene, tutto è a posto, madama la marchesa. Salvo far capire che, se proprio colpa c’è stata, forse sarà per qualche svista, ma di poco conto, eh!, del commissario Errani, non certo di Renzi o Gentiloni. No. A questo gioco al massacro Errani non ci sta e dopo aver girato il ciuffolo per mesi, adesso sbatte la porta e se ne va. Dimesso. Non ne vuole più sapere. E non è il primo, perché di recente anche Fabrizio Curcio, già capo della Protezione civile prima dell’attuale Borrelli, ha abbandonato l’incarico. Il perché? “Motivi personali”. E per Errani? Non si sa ancora. Nessuno sembra saperlo con esattezza, ma c’è chi fa notare come poco tempo fa si sia “lamentato” del fatto che i lavori procedessero a rilento. Lui. Proprio lui si è lamentato. Ma con chi se la deve prendere, se è lui il capo di tutto? Il perché lo dirà il presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni la settimana prossima, quando convocherà i presidenti delle regioni interessate. Forse distribuirà fra loro le responsabilità della ricostruzione, mentre l’ “uomo della ricostruzione” va via lasciando i territori in piena emergenza, nonostante il suo incarico sia stato prorogato da poco fino a febbraio prossimo. E allora? Perché? Se se ne va, è la prova lampante del totale fallimento del governo Renzi-Gentiloni e del Partito Deformatico. Sarà perché nemmeno nella zona del cratere funzionano i “piani ben precisi per l’emergenza” come da noi a Montenovo? Ma come? Non facevano molto meglio di Berlusconi all’Aquila?
da montenovonostro |