Ostra Vetere: Non ci sono più le famiglie di una volta, pensa una lettrice |
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Giovedì 31 Agosto 2017 18:46 |
Ci scrive una nostra lettrice una sua divagazione: “Sempre divagando. ......si sono sbagliati! Un'altra volta? Ma va. Una volta le famiglie erano così come erano . I coniugi non erano perfetti, sbagliavano, erano malati. I figli forse per questo potevano soffrire. Ma in loro cresceva l'amore suscitato dal desiderio di aiutare i propri genitori e la solidarietà . I figli crescevano , consapevoli che la vita non è rose e fiori. Anzi , è sacrificio e impegno continui.
Oggi, mi pare che le famiglie debbano essere pefette.In una vita caotica, snervante non ti è concesso di sbagliare...E i modelli sono quelli che sono. Adesso , si dimenticano i figli in auto. Ehi , ma con i ritmi incalzanti, i problemi di una società sregolata, sono questi . Cellulari che suonano , traffico caotico , tempi che scandiscono mille impegni. La Famiglia che non c e più. Le donne lavorano , giustamente, I soldi non bastano mai. Tutti vogliono vacanze agli antibodi terra. Ma se I modelli da proporre, fossero una famiglia , semplice, l'amore ( che non è innamoramento ma desiderare di esserci sempre per il coniuge), l'istruzione come strumento di crescita e scelta, un lavoro semplice anche manuale che ti forma nel sacrificio e ti dà equilibrio ? Mah! Il Cristianesimo non c è più . È tutto finisce . Abbiamo scelto la città del male. Una lettrice”. Riportiamo pari pari il testo della sua divagazione come facciamo sempre, senza nemmeno correggere i comprensibili errori di dattiloscrittura che con l’uso dei cellulari sono sempre in agguato. Non li correggiamo per due motivi. Il primo è per non alterare la spontaneità dello scritto e il secondo è per non inserirvi errori nostri, sempre possibili. Ben diverso invece il discorso sul commento doveroso. E’ vero. Non ci sono più le famiglie di una volta. Né, forse, potrebbero esserci. Ma certo questa società attuale non è migliore di quella di qualche decennio fa. Cosa è successo e come rimediare? Tentiamo una possibile spiegazione per indicare una soluzione. E’ successo che il grande benessere economico raggiunto nella seconda metà del Novecento, che si fondava sull’imprenditorialità di una generosa classe di piccoli operatori economici intuitivi e pratici (coltivatori diretti, artigiani, commercianti, piccoli imprenditori) ha costruito il “miracolo” italiano. Ma la generazione successiva, adagiata sugli allori, ha ritenuto quel benessere come uno stato indefinitamente duraturo e dovuto, perdendo la generosa imprenditorialità dei genitori. E si è lasciata cullare dal miraggio del “diritto alla felicità” gratuita, dovuta, fornita da uno Stato “pantalone”. Ma, passato il “carnevale”, “pantalone” non paga più e anzi presenta il conto: salatissimo. Da un trentennio la curva vira decisamente al peggio e nell’ultimo decennio sta toccando il fondo. C’è un colpevole? Certo che c’è. E’ l’egoismo arrogante di chi pensa di avere sempre ragioni e diritti, mai un dovere, mai lo sfiora un dubbio. Così fa la politica odierna, che infatti è tanto arrogante e maldestra da annaspare da un eccesso all’altro: una volta a sinistra, un’altra a destra e ancora a sinistra. Ma per andare verso il futuro non si può sbandare e bisogna camminare diritti al centro. Sennò si finisce nel fosso. Come infatti siamo finiti. Questi sì che sono errori da correggere, altro che quelli di dattiloscrittura. Capito? E infatti non ci sono più le famiglie di una volta, pensa una lettrice.
da montenovonostro |