A proposito della controversia sull’Ospedale di zona messo a rischio dalle decisioni recenti della sanità regionale a guida PD, ci scrive una nostra lettrice per esternare tutto il suo disappunto e così si esprime: “Ti rImetto un articolo del quotidiano  "CentroPagina " online di Senigallia  che ha rilevato gli "umori"del Consiglio Comunale dopo la presentazione e sottoscrizione del documento contenente misure per salvare l'Utic di Senigallia e gli altri reparti. Si rileva la posizione negstiva dei soli consiglieri di Lega Nord e Fratelli d'Italia che sembra non lo ritengono di alcuna utilitá il documeto. Quanto fatica , quanto tempo e quanti soldi per rimediare quando noi ci aspettavamo una Sanità eccellente ?Ma dov'era la opposizione quando si decidevano questi sfasci? Noi cittadini non siamo stati informati di nulla a quanto pare . E chi era in Regione a decidere otto anni fa quando sembra che sia stato deciso il depontenzamento del nostro Ospedale? Dove erano quanti sono stati chiamati a vigilare sulla Amministrazione della sinistra ? Lo chiedo a te ,se lo sai montenovonostro . Una lettrice". Che allega anche il link dell'articolo citato sul quinale online "Centropagina" (http://www.centropagina.it/senigallia/ospedale-rischio-pd-senigallia-soddisfatto-documento-forza-alla-voce-dei-cittadini/). A lei rispondiamo con l'esperienza di 35 anni di "sfascio" della sanità locale ad opera della sinistra e particolarmente del PD. Non abbiamo bisogno di ricordare a nessuno le tante battaglie (ne fanno fede i tanti giornali dell'epoca riprodotti nella foto a lato) in difesa del nostro Ospedale "Antonio Canova" di Ostra Vetere, che stava qui da 700 anni, almeno dal 1342 quando è storicamente documentata la sua esistenza. Aveva i reparti di Medicina, Chirurgia, Ostetricia, i laboratori Analisi e di Radiologia, un primario chirurgo e tre medici assistenti, numerosi infermiere, il centralino per la Guardia Medica, tanti inservienti e operai manutentori. Abbiamo fatto di tutto per salvarlo, ma poi è arrivata la sinistra politica che prometteva meraviglie e razionalizzazioni e miglioramenti ed eccellenze e ancora tante altre cose, ma abbiamo visto come è finita. Non c'è rimasto più niente. Niente. E lo scorso 12 giugno il sindaco di sinistra ha firmato, tutto gongolante, addirittura l'accordo di "capitolazione" che ha messo la pietra tombale sopra l'Ospedale "Antonio Canova": non rivivrà più, non potrà tornare più nemmeno la RSA. Non ci sarà più niente. Non c'è rimasto più niente, nemmeno la possibilità di fare iniezioni temporizzate se non ci fossimo "impuntati". Quindi, per ottenere qualcosa da questa sinistra politica bisogna "impuntarsi". E noi promettiamo che ci "impunteremo" e reclameremo la riapertura dell'Ospedale, della RSA, del Centralino per la Guartdia Medica e di tutte le attrezzature comperate con i nostri soldi e finite non si sa dove. Eccòme, se ci "impunteremo", per non far morire il paese. Esattamente come si sta "impuntando" l'opinione pubblica di Senigallia spaventata dal "depotenziamento" dell'Ospedale "Principe di Piemonte" di Senigallia che il PD vuol far passare come fatto positivo. Sì, come la storia di Ostra Vetere di trent'anni fa. E ci avevano pure organizzato il rinfresco per centinaia di invitati poco prima delle elezioni amministrative, sperando di guadagnare voti con un bicchiere di spumante e qualche pasticcino dalla distruzione del primo e più importante servizio pubblico locale. Per tutti questi motivi siamo a fianco di quanti, con petizioni, raccolte di firme, manifestazioni di protesta e prese di posizione sono contrari alla cosiddetta "razionalizzazione" dell'Ospedale di Senigallia. Sappiamo già come andrà a finire, se lasciamo fare al PD. Per questo dobbiamo "impuntarci" per l'Ospedale, a Senigallia come a Ostra Vetere.D'accordo con una lettrice in disaccordo con la soddisfazione del PD per l'Ospedale a rischio.

da montenovonostro