Roma: Ma guarda te dove deve andare a perdere tempo |
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Giovedì 12 Ottobre 2017 16:09 |
La ciliegina di oggi ce la offre l’ineffabile Presidente della Camera dei Deputati, quella onorevole Laura Boldrini mai sazia di fornire ai critici argomenti pressoché quotidiani di attacchi, cui lei, risentita, reagisce minacciando querele. Oddiomamma, che paura. Questi di sinistra più pretendono diritto di critica per loro (anzi, se ne appropriano proprio, senza ritegno), poi sono furibondi quando gli altri lo usano contro di loro. Bell’esempio di democraticità e, soprattutto, di come concepiscono la libertà altrui. A Roma, come altrove. Comunque anche ora l’ineffabile Boldrini si è messa in una nuova impresa delle
sue. Da tempo caparbiamente impegnata a favore della “declinazione di genere” (oddiomamma, come sono complicati questi di sinistra, che se non possono parlare inglese si accontentano di “deformare” l’italiano per renderlo incomprensibile ai più). Sì, perché la “declinazione di genere” significherebbe nientepopodimenochè convertire al femminile i nomi maschili o neutri riferiti alle funzioni istituzionali di esponenti femminili della “casta” (però non azzardatevi a chiamare così la classe politica prevalente di sinistra, altrimenti si offende e potrebbe anche querelarvi). Significa, in parole povere, che l’ineffabile vuole, anzi, pretende e perciò impone, che si chiamino ministra, assessora, sindaca le donne in carriera. E adesso aggiunge che vuole chiamare anche “segretaria” tutti i segretari donna della Camera dei Deputati. Ora, i segretari, uomini o donne che siano, sono dirigenti. E i segretari dirigenti donne della Camera non vogliono proprio saperne di essere chiamate “segretarie”, perché, secondo loro, chiamarle “segretarie” le svilisce: come se fossero semplici esecutrici di disposizioni altrui, mentre ciascuna di loro è e si sente “segretario dirigente” con pieno potere di autonomia gestionale. Essere ridotte a “segretarie” le offenderebbe e allora in ben 47 hanno presentato opposizione. Così, prima che la Boldrini riesca a far passare la nuova “boldrinata”, ce ne vorrà. Nel frattempo chissà che non pensi anche di trasformare il suo titolo, “presidente”, in “presidenta”, tanto per rimanere in tema di “declinazione di genere” con estensione anche al principio della “parità di genere”? Ma guarda te dove deve andare a perdere tempo.
da montenovonostro |