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Ostra Vetere: Prendano presto un altro sberlone elettorale anche a Montenovo PDF Stampa E-mail
Lunedì 23 Ottobre 2017 22:53

Ostra Vetere Prendano presto un altro sberlone elettorale anche a MontenovoIl referendum per l’autonomia indetto dalle Regioni Veneto e Lombardia ha dato un esito lapidario: a stragrande maggioranza i veneti e i lombardi vogliono maggiore autonomia. E noi che l’Autonomia l’abbiamo scelta come pilastro centrale della nostra ideologia (Libertà, AUTONOMIA, Giustizia) non possiamo che plaudire al successo referendario di ieri. Certo non è soddisfatto Renzi, che sperimenta una seconda sonora sconfitta, dopo quella dell’altro referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. Con quel referendum voleva deformare la Costituzione, sottraendo al popolo il diritto di eleggere i senatori e gli amministratori delle Province, ed è stato sonoramente sconfitto lui e il suo Partito Deformatico. Con il referendum di ieri, che apre una pagina importante in Italia sul tema dell’Autonomia, è stata sconfitta la politica del PD nazionale, regionale e provinciale. E speriamo anche comunale. Cosa c’entra il Comune di Montenovo con i referendum veneto e lombardo? C’entra, c’entra. Se si stesse a sentire Renzi e il PD e le loro idee globalizzatrici e massificatorie, non solo il Senato e le Province avrebbero voluto deformare, ma anche i piccoli Comuni come Montenovo, fondendoli per farli scomparire. Due sonore sconfitte, una dietro l’altra, su questi temi, era giusto quello che serviva per far capire come stanno veramente le cose a un partito che non capisce mai, se non prende sberloni elettorali. E pare che il nuovo ceffone sia stato “sentito”, se Renzi ha subito dichiarato (dovuto dichiarare) che: "Il risultato in Lombardia e, soprattutto, in Veneto non va minimizzato" e in un post su Facebook sottolinea: "I quesiti erano banali, la gestione lombarda dei dati dell'affluenza è stata sorprendentemente goffa, la pubblicità referendaria ingannevole. Ma la sostanza è che tanta gente, soprattutto in Veneto, ha votato per dare un messaggio". Come si vede, il protervo "comandotuttoio" non cambia registro e ancora demonizza e offende le idee altrui, ma non può fare a meno di ammettere. E machiavellicamente svicola dalla vera essenza del referendum, preferendo deviarne gli effetti su un binario secondario e ponendo al centro "la questione fiscale". Il punto, per Renzi, è la riduzione delle tasse: "Ecco - scrive l'ex premier - perché mi piacerebbe che la prossima legislatura cominciasse con un accordo delle forze politiche per un progetto come quello che abbiamo lanciato noi ("Tornare a Maastricht") che permetterebbe la riduzione annuale delle tasse per una cifra che può variare tra i 30 e i 50 miliardi di euro". Capito? Gira gira, la sonora sconfitta dimostrerebbe, secondo lui, che sarebbe giusta la nuovo proposta PD, sciorinata là per là per l’occasione, di ridurre le tasse, cercando di coinvolgere gli altri partiti in una progetto che purtroppo fallirà, in modo che si possa dare la colpa agli altri se non si riesce nella ciclopica impresa. No, no. Non è questo il nocciolo della nuova sconfitta. E’ ben altro. Non si tratta di ridurre le tasse, che pure sarebbe indispensabile per far ripartire l'economia dopo anni di sprechi e spergeri, ma di cambiare i parametri dei trasferimenti statali. “Trasferimenti statali” è uno di quei neologismi che la politica adopera per non far capire l’argomento al popolo. Ma i “trasferimenti statali” sono né più né meno che ciò che lo Stato assegna agli enti territoriali per farli funzionare. E in problema è proprio questo: da molti anni lo Stato ha progressivamente rosicchiato la torta e “trasferisce” a Regioni, Province e Comuni sempre meno soldi, costringendoli a subite una politica di progressivo accorpamento all’insegna di quella megalomania istituzionale che muove il PD, quello delle “grandi masse”, dei grandi territori, dei grandi enti di secondo grado per espropriare gli enti locali di quelle attribuzioni che la Costituzione assegnava loro. Torneremo sull’argomento, perché tocca da vicino anche il nostro Comune. Ma intanto il “comandotuttoio” e il suo Partito Deformatico si lecchino pure le ferite di questa seconda sconfitta referendaria, con la speranza che prendano presto un altro sberlone elettorale anche a Montenovo.

 

da montenovonostro

 

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