Cent’anni fa la battaglia della prima guerra mondiale che si combatté nell’alta valle dell’Isonzo per oltre un mese, tra il 24 ottobre e il 27 novembre 1917, tra le truppe italiane e quelle austriache e si concluse con la celebre rotta delle truppe italiane, che si dovettero ritirare fino al fiume Piave, perché non esistevano piani per la difesa delle posizioni, essendo la strategia del Regio Esercito basata esclusivamente sull'offensiva, è ancora ricordata come “la rotta di Caporetto”. Parlare di Caporetto, quindi, equivale, nel linguaggio quotidiano, a bollare come disastroso un avvenimento. E proprio a “Caporetto” fa riferimento un lucido articolo dell’ultimo numero del settimanale cattolico “Famiglia Cristiana” per definire l’ennesima sconfitta del segretario del PD Matteo Renzi, dopo le dimissioni dal partito del Presidente del Senato Pietro Grasso. Il settimanale cattolico definisce il fatto come “l’ennesima sconfitta di un leader in difficoltà”, la cui figura è "sempre più appannata politicamente". Scrive il giornalista Francesco Anfossi nella sua lucida e spietata analisi: "La verità è che dopo l’approvazione del “Rosatellum” l’accrocchio elettorale varato da una malandata maggioranza a colpi di fiducia, Renzi si accinge a portare il suo partito a una probabile sconfitta. Il suo tour ferroviario non sembra mietere particolari successi per risollevare la situazione. Se aggiungiamo gaffes clamorose, come quella di tenere un comizio in una chiesa all’insaputa del parroco, la sconfitta sonora nella partita sul governatore di Bankitalia Visco, riconfermato a dispetto della mozione del PD voluta dal segretario, i pessimi rapporti con i fuoriusciti di MPD, allora dobbiamo parlare di una Caporetto politica". La disamina non esattamente favorevole di Famiglia Cristiana palesa un dato particolarmente rilevante e sul quale il “comandotuttoio” Matteo Renzi dovrebbe riflettere con attenzione: la pericolosa presa di distanza del mondo cattolico dalla sua figura e storia politica. E soprattutto dal suo ideale di futuro, ovvero quello di tornare in pianta stabile a Palazzo Chigi quale Presidente del Consiglio. Un ideale che sta diventando sempre più lontano dalla realtà e che, ora, l'allontanamento da parte dei cattolici potrebbe contribuire a rendere sempre più irrealizzabile. Anzi, un'utopia. Ai fatti che elenca ora Famiglia Cristiana bisogna poi aggiungerne altri, come ciò che dice il fedelissimo renziano (ormai più che ex) Claudio Velardi, un tempo ex consulente di D'Alema poi convertito al “verbo fiorentino” che massacra l'ex premier ora segretario del PD, mentre infuriano le polemiche sulla fallimentare comunicazione dem: “Renzi, non ti reggo più”. Si legge infatti sul suo blog www.claudiovelardi.com: "Guardo su Facebook la tua rassegna stampa. Ascolto sempre le stesse parole, espressioni, esempi, calembour. Risento per la millesima volta che le colpe delle cose che non vanno sono dei governi precedenti il tuo, che invece su altri piani “adesso si vedono i risultati del nostro lavoro” (con l’aggiunta di rito del “ma non basta”), mi infastidisco per quell’insopportabile intercalare anni ’80 del “ragazzi”, per il sindaco di turno da blandire come tutti “i sindaci che combattono bla bla”, e poi sto ***** di bonus giovani, e l’umano dramma della ciclista, e altre dieci banalità. Per poi sentire – andando al merito – la difesa dell’ignobile codice Antimafia, sia pure con la vaga promessa del cambiamento della legge alla Camera. E, in conclusione, l’inascoltabile sermoncino conclusivo, un classico del renzismo depresso: “Però basta parlare del Pd come ne parlano i giornali, io voglio invece parlare di lavoro, di casa, mamme, giovani, etc…”. Il tutto dopo averci propinato per mezz’ora le ********* dei giornali". Ma Velardi, ex spin doctor dell'acerrimo nemico renziano ovvero Massimo D'Alema, non ha terminato e rincara: "Matteo, non ti si può più ascoltare. Se si aggiungono poi anche i seguenti esempi, come "La vicenda del comizio politico tenuto da Matteo Renzi nella chiesa di Paestum che lascia sconcertati e non può passare via liscia. Chiedo pertanto al Santo Padre di intervenire sul vescovo, o sul parroco, per verificare quanto avvenuto perché a parte 'Cetto la Qualunque' non esiste al mondo che un politico possa fare un comizio in una Chiesa consacrata", come afferma in una nota il senatore Roberto Calderoli, responsabile Organizzativo della Lega Nord. "E comunque - aggiunge - Renzi può andare a farsi benedire anche dal Signore, ma tanto ha perso il referendum sulla Costituzione, ha perso le amministrative, ha perso il referendum per l'autonomia dove il Pd era schierato per l'astensione e tra poco arriverà quarto su quattro candidati alle Regionali in Sicilia e in primavera arriverà terzo su tre alle Politiche. Per cui adesso che si è fatto benedire Renzi se ne vada in pace e non commetta più alcun sacrilegio. Via i mercanti dal tempio, anzi, via il mercante Renzi dal tempio", conclude Calderoli. L’ultima ieri sera, alle 19.50 con un messaggio su Facebook, Antonio Bassolino, storico dirigente del PCI napoletano, tra i fondatori del PD, sindaco di Napoli prima e presidente della Regione Campania dopo, annuncia di non voler rinnovare più la tessera del PD. E tra pochi giorni tocca alla Sicilia, povera Sicilia, che domenica andrà a votare per la nuova Assemblea della Regione Sicilia, e che certificherà la sonora sconfitta di un partito, il PD, sul viale del tramonto. Ecco perché lui, il “comandotuttoio”, invece che andare in Sicialia a tenere gli ultimi comizi come stanno facendo tutti i leader degli altri maggiori partiti, lui non attraversa la stretto di Sicilia, attraversa addirittura l’oceano e va a consolarsi da Obama. E sai che soddisfazione, dopo la sconfitta di Obama con la vittoria di Trump. E quel che dice ora Famiglia Cristiana non corrisponde forse esattamente a quello che da anni dice “montenovonostro” sul “comandotuttoio”? Fino a questo punto si concretizza la “Caporetto” di Renzi secondo Famiglia Cristiana.

da montenovonostro