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Dal Mondo: Noi di “montenovonostro” lo sapevamo da subito, come sempre PDF Stampa E-mail
Martedì 14 Novembre 2017 16:10

Dal Mondo Noi di montenovonostro lo sapevamo da subito come sempreEsplode clamoroso il caso Libia. Tutti i quotidiani di oggi titolano a caratteri cubitali quello che “montenovonostro” andava ripetendo da quasi un anno: sui migranti si sta abbattendo l’onta della riduzione in schiavitù. La Libia è una macelleria, l’ONU accusa UE e l’Italia di complicità nelle torture. E’ questa la terribile denuncia dell’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Zeid Raad Al Hussein: «La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza della umanità». Parole toccanti, che non possono essere messe in discussione. Anzi, trovano conferme. In video, testimonianze e “risultanze” investigative: la Libia è una macelleria dove si violano diritti umani e si coltivano umane sofferenze. Gli osservatori internazionali hanno potuto documentare l’esistenza di “migliaia di migranti denutriti e traumatizzati, di donne e bambini ammassati gli uni sugli altri e rinchiusi dentro capannoni». Un popolo innocente di donne, uomini e minori, si ritrova all’inferno, in campi di concentramento senza sapere perché. Vittime delle mafie etniche (quella nigeriana è maggioritaria) e delle milizie. Sono sette anni che da Tripoli a Bengasi a Sebha comandano gruppi armati, le milizie. E poi c’è la mafia nigeriana che trasferisce, attraverso la Libia, migliaia di donne e uomini vittime della tratta, destinate alle piazze del nostro Paese e dell’Europa. Fa affari con la droga, l’accattonaggio, la prostituzione. Migranti venduti come schiavi in Libia. Ecco l’asta: un pacchetto di 12 venduti in due minuti. Questo è quello che si vede nel video pubblicato in esclusiva dalla Cnn in cui si vedono alcuni trafficanti mettere all’asta degli esseri umani. Il battitore parte da 800 dinari, poi il prezzo sale e l’affare si conclude. Prezzo finale della vita di un uomo “forte e adatto al lavoro nei campi” è di 1200 dinari, circa 800 dollari. L'Alto commissario delle Nazioni unite Zeid Raad Al Hussein durante la riunione del comitato delle Nazioni Unite a Ginevra, è intervenuto per parlare delle politiche migratorie dell’Unione europea e in particolare dell’accordo stretto dal governo italiano con quello di Fayez Al Sarraj a Tripoli per fermare gli sbarchi, ha usato parole durissime: "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa". Il patto stretto con Tripoli dal governo Gentiloni per conto dell’Unione Europea “è disumano e la sofferenza dei migranti detenuti nei campi in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”. Si tollerano le torture “pur di gestire il fenomeno migratorio ed evitare gli sbarchi”. Alle parole durissime dell’Onu, risponde il silenzio glaciale del governo italiano. Per tutta la giornata nessun esponente del governo ha commentato la condanna pronunciata dall'Alto commissario delle Nazioni unite per i Diritti Umani Zeid Raad Al Hussein sull'accordo stretto dal governo Gentiloni con quello di Fayez Al Sarraj per conto l'Ue allo scopo di fermare gli sbarchi. Le Nazioni Unite definiscono l’accordo stretto il 2 febbraio da Paolo Gentiloni e il governo libico di Fayez Al Sarraj “disumano” e non un membro della compagine governativa che quell’intesa ha realizzato e salutato come “una svolta” nella gestione dei flussi migratori trova conveniente rispondere sul punto. Anche gli esponenti del partito del presidente del Consiglio – quel Partito Democratico che ha ancora l’ardire di definirsi forza di sinistra – si guardano bene dal commentare, terrorizzati all’idea di perdere voti su un argomento così delicato come quelle dei migranti a così pochi mesi dalle politiche e in un’Italia in cui ormai spirano chiari gli olezzi venefici di diffusi rigurgiti fascisti. Eppure era solo il 3 settembre quando Marco Minniti, ministro dell’Interno, autore della battaglia per la regolarizzazione delle ong fino ad allora impegnate a salvare vite nel Mediterraneo nonché tra i fautori dell’intesa che prevede l’invio di mezzi navali italiani in supporto alle operazioni della cosiddetta “Guardia costiera libica“, giurava: “Sui diritti umani per i migranti farò una mia battaglia personale“. Alludendo al progetto di inviare osservatori internazionali di Unhcr e Oim nei centri di detenzione in cui in Libia vengono rinchiusi i migranti (bambini compresi) cui i miliziani locali impediscono di partire. Giusto 24 ore dopo che il premier Gentiloni aveva esultato perché “abbiamo dimostrato che possiamo ridurre i flussi migratori senza rinunciare ai principi di umanità e di solidarietà“. Si, si, e adesso sappiamo come. O meglio, adesso lo sanno tutti gli italiani, perché noi di “montenovonostro” lo sapevamo da subito, come sempre.

da montenovonostro

 

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