Incredibile. Il segretario nazionale del Partito Deformatico, che ha decretato la decadenza da senatore di Berlusconi sulla base della legge Severino, quel Matteo Renzi mai domo nonostante le sconfitte, nemmeno di fronte ai sondaggi in picchiata per il suo PD, soprattutto dopo la scissione a sinistra di MDP e compagni, ancora ne spara un’altra: “Spero di sfidare Berlusconi”, dice imperterrito in tv a Porta a Porta. Ci scusi tanto, eh! Se proprio ci teneva
così tanto a misurarsi con Berlusconi alle prossime elezioni, perché il suo partito lo ha sbattuto fuori dal Senato sulla base di una legge retroattiva sulla cui costituzionalità c’è molto da dubitare, ma che intanto gli impedisce di candidarsi? Poteva lasciarlo dov’era stato eletto e poi misurarsi con lui alle prossime elezioni senza tante storie, no? E invece lo hanno sbattuto fuori perché condannato. E va be’. Ma perché allora non hanno sbattuto fuori anche il condannato onorevole PD De Luca, presidente della Regione Campania? Anche lui condannato, eppure non è stato toccato. Ah, già! De Luca è del PD e quindi può rimanere al suo posto. E’ la solita storia: due pesi e due misure. Gli avversari vanno trattati da nemici da distruggere con odio implacabile, mentre i compagni, anche se sbagliano, hanno sempre ragione. Questo è il PD. Ma se l’hanno sbattuto fuori, a Berlusconi, è perché lo volevano fuori: demolito, distrutto, esecrato, e anche di più. Ma allora cos’è questa storia che il “comandotuttoio” spera di sfidarlo alle elezioni? Che senso ha tutto questo? Non è che c’è molta confusione in testa di simili campioni di democrazia partecipata a senso unico? Ah, già! Domani si riunisce la corte europea di Bruxelles che dovrà valutare il ricorso di Berlusconi contro quella decisione di escluderlo dalla vita politica. Domani, però, Bruxelles non deciderà un bel niente, perché ci vorranno mesi e mesi prima di giungere a sentenza, dopo anni di attesa che non bastano ancora. Noi non sappiamo come andrà a finire la storia del ricorso di Berlusconi, ma a giudicare dalla “speranza” del “comandotuttoio” di “poterlo sfidare” vi leggiamo il sospetto che forse il PD teme che Bruxelles possa alla fin fine dargli ragione, perché è principio fondante del nostro ordinamento che una legge vale da quando è pubblicata e non prima, non vale per “retroattività”, non vale all’indietro, vale da quel giorno in avanti e non prima. E invece con Berlusconi l’hanno fatta valere anche indietro. Addirittura per vicende di anni prima. Artifizi della politica, o meglio, artifizi miserandi di “questa” politica incarognita e repellente. Non sappiamo come andrà a finire. Può anche darsi che a Bruxelles, non sapendo che pesci prendere per non urtare “certa politica-carogna”, invece che decidere presto e bene, decidano di tergiversare ancora a lungo e far slittare la sentenza a dopo le elezioni politiche di primavera prossima. E così, passata la festa, gabbato lo santo, Berlusconi non si potrà comunque candidare e continuerà a rimanere fuori dal Parlamento. In compenso si potrà sempre dire che “io l’avevo detto che volevo sfidare Berlusconi perché gli auguravo di potersi candidare, ma se non l’ha potuto fare è per colpa sua, non mia o nostra”. Vigliacchi. A noi interessa ben poco, anzi niente, di Berlusconi. Ma della Giustizia sì, che ci interessa. E molto, anzi moltissimo. Ma che giustizia (stavolta con la “g” minuscola, perché così tanto ormai vale) è quella che dilata i tempi delle sentenze per impedire le candidature? Mica succede solo a Bruxelles, perché succede anche da noi in Italia e anche più vicino. Dove le sentenze attendono mesi, mesi, mesi, anni, anni, anni, addirittura decenni e più, e non si arriva mai alla conclusione, solo per impedire le candidature degli “odiati” nemici. Solo chi vive d’odio può giungere a tanto. E l’odio non è mai la misura giusta per regolare la politica. E nemmeno l’amministrazione. L’odio è appannaggio solo dei cattivi d’animo, degli incattiviti e degli incarogniti. Di chi vigliaccamente si appiglia ai cavilli, pur di ottenere sempre ragione. Ma la ragione ce l’ha, se uno ce l’ha davvero, altrimenti non usi le furbizie per “strappare” una ragione che non ha. I vigliacchi e gli odiosi incarogniti fanno così. Arrivare a usare la giustizia (ovviamente con la “g” minuscola, anzi, con la “g” meno che infinitesimamente minuscola) sono solo i perversi incattiviti e odiosi. E i furbastri. Come quelli che “sperano” di “sfidare” l’avversario alle elezioni, dopo avergli impedito di candidarsi. E questa sarebbe la Giustizia (anzi giustizia, con la “g” minuscola) che regola la vita politica e amministrativa in questo nostro misero mondo? Altro che spera di sfidare Berlusconi, il “comandotuttoio”.
da montenovonostro |