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Home Comunità montenovonostro Dall’Europa: “E’ pazzia o delinquenza? Forse tutte due”
Dall’Europa: “E’ pazzia o delinquenza? Forse tutte due” PDF Stampa E-mail
Mercoledì 22 Novembre 2017 16:33

Dall’Europa E pazzia o delinquenza Forse tutte due”Ci scrive un nostro lettore, preoccupato della situazione bancaria e ancora di più per le politiche di risanamento che UE e Italia starebbero per porre in essere. E dice: “è pazzia o delinquenza ? forse tuttedue. Un lettore”. E allega un lungo articolo a firma del giornalista Antonio Grizzuti sul giornale “Verità” che titola “IDEONA DELLA BCE – PER EVITARE LE CRISI BANCARIE E LE CORSE ALLO SPORTELLO A FRANCOFORTE PENSANO DI CONGELARE I DEPOSITI – ANCHE QUELLI SOTTO I 100 MILA EURO CHE, PER LEGGE (BAIL IN), NON DOVREBBERO PARTECIPARE AL SALVATAGGIO DEGLI ISTITUTI – PARE CHE LA FURBATA VENGA DALLA GERMANIA…” e prosegue: “C'è un documento, pubblico ma nascosto tra le pieghe della Rete, che potrebbe cambiare il volto del sistema bancario europeo e riservare cattive sorprese (tanto per cambiare) ai correntisti italiani. La vicenda parte a febbraio di quest' anno, quando il Consiglio dell' Unione europea e il Parlamento europeo chiedono alla Banca centrale europea un parere sulla modifica di alcune normative bancarie. Tra queste vi è la Bank recovery and resolution directive (Brrd), la procedura che disciplina la gestione delle crisi bancarie, oggetto di revisione entro il prossimo anno. La Brrd prevede che in caso di dissesto o rischio di dissesto di un istituto l'autorità di risoluzione possa ricorrere al bail in (salvataggio interno). Una procedura che chiama, in ordine di proprietà, azionisti, obbligazionisti e correntisti della banca a rimetterci di tasca propria per coprire le perdite della banca stessa. Fino a oggi, la normativa ha messo al riparo i titolari di depositi inferiori ai 100.000 euro dal bail in e da qualsiasi altro tipo di intervento coatto. Una tutela sancita dalla stessa Brrd, che riconosce a questa tipologia di risparmi una funzione sociale ed economica. Proteggere questa classe di risparmi è «un dovere e una responsabilità degli organi sociali delle banche», ha affermato durante un convegno svoltosi lo scorso anno all'Università La Sapienza di Roma il direttore dell'Unità di risoluzione e gestione delle crisi di Banca d'Italia, Stefano De Polis. «La crisi finanziaria ha confermato, inequivocabilmente, come carenze di governance possano tradursi in situazioni di crisi in grado di pregiudicare la stabilità», ha quindi puntualizzato il dirigente, mettendo il focus sulla necessità di una vigilanza improntata al «buon funzionamento del sistema bancario e finanziario a cui è strettamente funzionale la protezione del risparmio». Nella pratica però, quando si tratta di salvare il sistema, le belle parole di De Polis vanno a farsi benedire. Nel testo firmato dal governatore Mario Draghi e titolato Opinione della Bce sulle modifiche al quadro di gestione delle crisi bancarie dell'Unione, datato 8 novembre scorso e scaricabile qui (https://goo.gl/reSxMh), si paventa infatti l'introduzione di una sorta di pre bail in, un periodo straordinario e limitato nel tempo (si parla di cinque giorni lavorativi) durante il quale tutti gli sforzi sono concentrati a «prevenire il grave deterioramento del bilancio di un istituto di credito». Secondo la Bce la moratoria dovrebbe servire a dare tempo alle autorità competenti per definire la procedura di risoluzione e prendere delle decisioni formali. Durante questo periodo transitorio, al fine di massimizzare l'efficacia degli interventi, la Bce si attribuisce dei «super poteri», compreso quello di «autorizzare il prelievo di importi limitati ai titolari dei depositi garantiti». Da questa morsa non si salverebbero dunque nemmeno i correntisti i cui risparmi versati in banca sono oggi protetti dalle leggi nazionali e comunitarie. Scorrendo il testo la Bce spiega come intende agire a livello normativo. Per prima cosa suggerisce di emendare l'articolo 2(1)(101) della Brrd introducendo espressamente la possibilità da parte dell'autorità competente di «esercitare il potere di sospendere taluni pagamenti». Successivamente, all'articolo 30a(3), Francoforte stralcia dall'elenco dei rapporti esclusi da tale sospensione proprio i depositi garantiti, cioè quelli inferiori ai 100.000 euro. Nella parte riservata ai commenti, la Bce osserva che si potrebbe obiettare che un'eventuale «corsa agli sportelli da parte dei correntisti titolari dei depositi garantiti non dovrebbe provocare un danno alla banca perché essi risultano protetti dalla tutela». «Tuttavia», si legge nel documento, «in pratica è possibile che dal momento in cui il fallimento dell'istituto risulti imminente, un cospicuo numero di correntisti decidano di prelevare i propri fondi immediatamente, per evitare l'incorrere in possibili interruzioni nel servizio bancario o semplicemente perché hanno perso fiducia nel meccanismo di garanzia dei depositi». Qualora si decidesse di escludere i depositi garantiti, gli interventi preventivi rischierebbero di risultare controproducenti. «Il tentativo di evitare una corsa agli sportelli produrrebbe al contrario proprio questo effetto», spiega la Bce, dal momento che l'attivazione della moratoria «metterebbe in guardia i depositanti tutelati circa la forte possibilità che la banca fallisca o sia in procinto di fallire». Una circostanza, che penalizzerebbe soprattutto gli istituti più grossi. L'introduzione di una moratoria piace soprattutto alla Germania e non serve un grosso sforzo di fantasia per immaginare che dietro al testo della Bce si nascondano forti pressioni tedesche. Il consigliere esecutivo della Bce, Sabine Lautenschlaeger, ha guarda caso difeso proprio l'introduzione di questo strumento, dichiarandosi stupita «da quante persone ne sono così spaventate». L'esponente tedesca del direttorio ha concordato sull'opportunità di un tale provvedimento sui pagamenti con Elke Koenig, anch'essa tedesca e presidente del Single resolution board, che ha criticato le eccezioni applicate ai depositi quando si tratta di bloccare una fuga di capitali da una banca: «O si tratta di uno strumento con ampia copertura oppure non serve». Secondo Marco Zanni, eurodeputato membro del gruppo Enl, «se non ci sarà opposizione da parte delle governo italiano e di Bankitalia, le norme sono destinate a diventare legge nel silenzio generale». Il tentativo da parte della Bce di stendere la sua longa manus sui depositi garantiti non può fare a meno di sollevare dubbi di legittimità su più fronti. Lampante la contraddizione con le norme in vigore che tutelano i depositi inferiori ai 100.000 euro e che rappresentano una conquista importante per i consumatori. Ma non si tratta solo di questo. In gioco c'è anche la difesa della proprietà privata e del diritto di poter disporre dei propri soldi. Che fine farebbero infatti la «sana e prudente gestione» sbandierata dalla Banca d'Italia e la tutela del risparmio sancita dalla Costituzione?”. Domanda finale. Va a finire che si può capire perchè il nostro lettore domandi in po’ rudemente “è pazzia o delinquenza ? forse tuttedue”.

 

da montenovonostro

 

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