Dall’Italia: A un anno giusto dallo schiaffone referendario |
Lunedì 04 Dicembre 2017 16:33 |
Giusto un anno fa, il 4 dicembre dell’anno scorso, il popolo italiano è insorto contro le deforme referendarie che avrebbero sottratto agli italiani il primo e insostituibile diritto di Libertà: quello di potersi eleggere con il voto popolare diretto e a suffragio universale i senatori mentre, avrebbe abolito il secondo ente locale costituzionale, la Provincia. Era questo il disegno scellerato di certa parte politica “deformatica” che tira dritto senza stare a sentire nessuno, nonostante evidenti segnali di insofferenza. Tipico di dittature e paradittature. Ma
come è stato possibile pensare, da parte di un partito politico che avrebbe dovuto essere geloso custode dei primo e più importante presidio di libertà e democrazia, la Costituzione democratica e repubblicana, per raggiungere la quale tanti italiani democratici (democratici davvero, non solo a chiacchiere) hanno sacrificato la vita contro la dittatura e gli invasori. Che cosa può essere mai scattato nella testa di tanti immemori rappresentanti di un partito che avrebbe dovuto difendere allo spasimo l’integrità della Costituzione e si è invece piegato a spasimare per la sua demolizione. E il capo “comandotuttoio” del partito più “grosso” (non certo più “grande” che è cosa ben diversa) era arrivato addirittura a profetare che “Se vince il No al referendum l’Italia sarà più povera e instabile”. Ebbene, possiamo tirare le somme dopo un anno dal sonoro schiaffone referendario che ha annichilito la sua burbanza e fatto carta straccia delle “deforme”, per vedere che cosa è successo davvero. Ha vinto, anzi, ha stravinto il no, per il quale ci siamo strenuamente impegnati, nonostante tutte gli impedimenti pubblici e nascosti per impedirci di fare campagna elettorale e addirittura per impedirci di parlare, a meno che non ci fossimo piegati a sottostare alla vergogna della “Jiziya” (la tassa che solo i mussulmani riescono a imporre agli “infedeli” se vogliono ostinarsi a professare idee contrarie alla maggioranza integralista) di ben 604,00 euro per svolgere comizi a favore del “NO”. Ci hanno fatto pagare e abbiamo pagato pro quota, ma chiedendo indietro quanto abbiamo pagato ingiustamente anche se non ci rispondono ancora. Ciononostante il “NO” è passato lo stesso, a larga misura, anche a Montenovo. Ebbene, dopo quel no, niente caos politico, niente diminuzione del Pil, niente aumento catastrofico del debito pubblico, niente uscita dall’Euro e nessuna sciagura delle tante ipotizzate si è avverata. Certo che l’Italia è “più povera e instabile”, ma non certo per il NO referendario, quanto a causa dei disastri che ci rifilano a getto continuo i governi mai eletti da nessuno. Eppure non è cascato il mondo in questo anno, piuttosto è cascato lui, il “comandotuttoio”. E ancora di più cascherà presto, lui e il suo Partito Deformatico, nelle prossime elezioni politiche di primavera, quando nuovamente il popolo italiano sarà chiamato alle urne per votare di nuovo “NO” a chi ancora procaccia deforme e cambiamenti antidemocratici. Non solo in Italia. Ma anche a Montenovo ci stiamo preparando a dare con il voto un'altra lezione al Partito Deformatico locale (ammesso che esista ancora, visto che da anni tace ammutolito, quanto ammutoliscono i suoi rappresentanti che purtroppo ci amministrano), affinchè torni anche a Montenovo la Libertà, l’Autonomia e la Giustizia, se il popolo vorrà, come ardentemente speriamo oggi, a un anno giusto dallo schiaffone referendario.
da montenovonostro |
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