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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: Aggiungiamo noi che ci ispiriamo a Dante e Dante
Ostra Vetere: Aggiungiamo noi che ci ispiriamo a Dante e Dante PDF Stampa E-mail
Lunedì 19 Febbraio 2018 21:12

Ostra Vetere Aggiungiamo noi che ci ispiriamo a Dante e DanteLeggiamo la prima pagina del quotidiano cattolico Avvenire di ieri, domenica 18 febbraio 2018, che nel suo editoriale titola: “Questo tempo, il nostro Paese. Generativi adesso” (https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/generativi-adesso) che sunteggiamo. “L’esilio fu percepito da Dante Alighieri come una sventura che lo allontanava dalla possibilità dell’impegno politico diretto nella vita del suo tempo. Ma quello scacco aprì la sua vita a un’occasione di generatività perfino superiore: la redazione di un’opera che avrebbe ispirato tutte le generazioni a venire”. Ed è l’immortale “Divina Commedia”, capolavoro del grande guelfo bianco Dante Alighieri e monumento immortale della cultura italiana, cui ci ispiriamo anche noi. “Il gusto per la generatività può essere alla base della ripresa dello spirito imprenditoriale nel nostro Paese e della capacità dei nostri giovani di trovare un buon lavoro”, è scritto ancora nell’editoriale e fa venire in mente il miracolo economico della creatività dei nostri imprenditori locali (a iniziare dai fratelli Lombardi, Dante e Vito) che, dall’immediato primo dopoguerra di cent’anni fa, ha portato lavoro e benessere ai giovani di allora e ai loro figli e nipoti, che sono i giovani di oggi. Cosa lega Dante Alighieri e Dante Lombardi? Nulla, a prima vista, a parte l’omonimia. E invece no. Se cercassimo di attualizzare la sintesi dell’editoriale di Avvenire, scopriremmo assonanze impensate, sulle quali vale la pena di riflettere. Dall’editoriale “emerge che la generatività nelle diverse forme è una componente principale della soddisfazione di vita. E la molla che spinge avanti cultura, scienza, politica e ovviamente anche demografia”. Cioè tutte quelle componenti ideali, ideologiche e fattuali che stanno alla radice del successo, quello che ha fatto grande Dante Alighieri, nonostante l’esilio cui venne condannato dai suoi concittadini, e ha fatto grande l’opera dei fratelli Dante e Vito Lombardi, nonostante oggi non se ne rammenti più gli indiscutibili meriti, ma la cui eredità produttiva, lungamente utilizzata e ampliata da tanti altri piccoli imprenditori locali, ha arricchito i loro concittadini per quasi un secolo, tanto che la loro opera è stata riconosciuta con la dedicazione della via principale della zona industriale al loro nome. La loro forza interiore, di cui probabilmente non erano nemmeno consapevoli appieno, era il dividendo nascosto della generatività, di cui tutti gli altri hanno beneficiato. E come Dante Alighieri, prima innalzato al vertice politico e amministrativo della sua città, poi condannato a morte e bandito dalla sua città ed esule per l’Italia, così l’esperienza produttiva, economica e sociale di Dante e Vito Lombardi (anche loro impegnati nella vita politica e amministrativa del loro e nostro paese) ha subito un declino e un arresto pregiudizievole per tutti. Ma “Senza un’idea di futuro, che va oltre la mera riproduzione biologica (un progetto generativo di vita e un gusto per la generatività) non c’è neanche la generatività biologica. Il gusto per la generatività può essere alla base della ripresa dello spirito imprenditoriale nel nostro Paese e della capacità dei nostri giovani di trovare un buon lavoro”, afferma ancora l’editoriale del quotidiano Avvenire, che aggiunge “Molte esperienze si fermano all’ultimo miglio perché il geniale fondatore è geloso della sua opera e non sa lasciarla andare. Così accade a chi crea un’Organizzazione a movente ideale e non prepara la sua successione. Come anche al fondatore di un’impresa familiare che non riesce ad arrivare alla seconda generazione. La generatività si declina ovviamente anche in politica (a proposito di queste settimane di campagna elettorale...) e sta non tanto nel riuscire a occupare una poltrona, ma nel mettere in moto da quella poltrona un processo di cambiamento che segna un reale progresso nella vita sociale ed economica di un Paese”. Che poi conclude: “La nostra società deve riscoprire il gusto della generatività se vogliamo sfuggire al declino sociale ed economico e avere individualmente una vita piena e ricca di senso. La riscoperta del gusto per la generatività seppellita dalla polvere e dalla spazzatura culturale dei nostri tempi può porre le basi per la rinascita demografica, sociale, culturale, economica e spirituale dell’Italia”. E di Montenovo, che soffre la sventura dell'esilio dell'opera di Dante e Vito Lombardi, come aggiungiamo noi che ci ispiriamo a Dante e Dante.

da montenovonostro

 

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