In merito al nostro commento sulla bocciatura da parte del Tar del tentativo di introdurre il gestore unico anche in materia di rifiuti (Martedì 06 Febbraio 2018 “Ostra Vetere: Come prospetta la diatriba su rifiuti e TAR” - http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/42164-ostra-vetere-come-prospetta-la-diatriba-su-rifiuti-e-tar), ci ha riscritto il nostro lettore che quel commento aveva richiesto: “Vedo che montenovonostro come al solito ha studiato a puntino sulla vicenda del gestore unico dei rifiuti e me ne complimento, anche se è rimasto in sospeso l’interrogativo su cosa poteva esserci dietro quella vicenda. Tento di sciogliere quel dubbio come aveva detto Joselito Arcioni, consigliere di minoranza del Comune di Fabriano, che commentava l’operato del sindaco fabrianese Sagramola: ‘in consiglio comunale a Fabriano noi abbiamo sempre osteggiato la creazione di un baraccone unico, prima provinciale e poi regionale, da svendere prima o poi al miglior offerente e allora addio ai nostri beni comuni, acqua, rifiuti, energia e soprattutto addio acqua, quell’acqua che i bacini idrici del nostro territorio comunale conferiscono a tutta la provincia con nessun tipo di ritorno ed una partecipazione da fame al consorzio stesso’. E mi piacerebbe conoscere cosa ne pensa montenovonostro di un’altra riforma all’italiana: quella della ministra Madia sulla sua trasparenza con tanto di “foia di fico alla bertolda” – Un lettore”. Andiamo per ordine. Circa il  “baraccone da svendere al miglior offerente” (cioè di tutti quei servizi ceduti a enti terzi insieme agli impianti “regalati” senza corrispettivo) anche noi replichiamo con una citazione: quella di Giuseppe Altamonte che, in un suo articolo su Famiglia Cristiana n. 40/2006 dal significativo titolo “Buchi nell’acqua, bollette più salate e utili (a gonfie vele) per i gestori ‘privati’ dei servizi idrici”, così scriveva in tempi non sospetti: “Più consistenti gli utili di un altro colosso idrico quotato in borsa apparentemente ‘pubblico’: Hera Spa di Bologna, sempre nel primo semestre del 2006, ha aumentato gli utili del 27 per cento, con risultati giudicati ‘superiori alle attese’”. Non ci dimentichiamo che anche il direttore della nostra AAto ha lavorato in Hera Spa, anche se al tempo si chiamava SEABO Spa. Più lampante conferma della trasformazione dalla Repubblica "fondata sul lavoro" a quella fondata sugli “utili” non poteva esserci. Naturalmente “utili” per pochi e aggravi per i tanti. Significa che in questo trentennio il Comune ha ceduto servizi e impianti in cambio di niente o quasi, mentre i compaesani pagano i servizi erogati sempre più costosi. Altro che “riduzione dei costi con le economie di scala”. Qui si creano enti terzi amministrati da “nominati” anziché da “eletti” che fanno il bello e cattivo tempo, tanto non devono rispondere ai compaesani, nessuno dei quali ha mai visto né votato alcuno di loro. Per passare poi alla seconda richiesta sulla “riforma Madia”, ci riserviamo come di commentare in un secondo momento, dopo aver fornito intanto una prima risposta sulla svendita dei beni e servizi comunali in materia di rifiuti.

da montenovonostro