“Domani è un altro giorno, si vedrà” canticchiava lepidamente una canzonetta di alcuni anni fa. Ma noi non cantiamo né domani quando, essendo domenica, rispettiamo il riposo festivo astenendoci da ogni attività nel giorno del Signore, e quindi nemmeno scriviamo come abbiamo fatto sempre, e non cantiamo nemmeno oggi, perché dobbiamo anticipare di un giorno l’infausto anniversario che ci opprime. Domani ricorre infatti il quarto anniversario mensile della sventurata deliberazione del Consiglio Comunale che ha supinamente deciso con i soli voti della maggioranza PD, lo scorso 22 dicembre 2017, per l’Unione-Fusione del libero Comune di Montenovo, che dopo novecento anni di Libertà, Autonomia e Giustizia,
sarà ridotto a smunta e misera frazione periferica di Senigallia Magna, destinata ad assumere il ridicolo nome di “Terre della Marca Senone” per assicurare il rinnovo del mandato amministrativo al “marchese del grillo” senigalliese, dall’incoercibile bramosia di dominio. E così Montenovo, nonostante quasi un millennio di libertà e autogoverno gelosamente custodito da generazioni e generazioni di probi e solleciti amministratori locali, verrà conquistato e sottomesso da un invasore forestiero. Sciagura civile più grande non poteva capitare a questo nostro misero paese, dopo le tante e troppe privazioni che ha dovuto subire in quest’ultimo trentennio e particolarmente in questi ultimi cinque anni. Sapemmo resistere eroicamente all’invasione delle milizie teutoniche e saracene dello scomunicato imperatore ghibellino jesino Federico II, nipote del tenebroso Barbarossa, fra il 1240 e il 1252, sotto la guida dell’eroico sindaco Bruno e dei suoi 58 eroici amici montenovesi, ma non sapremo resistere al novello marchese senigalliese, solo perché trent’anni fa il paese ha ingenuamente ceduto alle lusinghe e alle promesse mirabolanti del ben più modesto sindaco Brunetti (altro che eroico sindaco Bruno) e dei suoi eredi e successori, fino a quest’ultimo? Non sapremo nuovamente drizzare la schiena, noi montenovesi liberi e forti, per ribellarci alla dolorosa sudditanza che attende ormai Montenovo, senza più Comune, senza più servizi, senza più personale, senza più opere, senza più difese civili e sociali? Questa disgrazia ci è stata preparata con il tradimento di ogni sano principio di correttezza politica e amministrativa che ha prodotto le immotivate dimissioni, cinque anni fa, dei sette ribelli amministratori sfascioni della maggioranza di destra, allettati dalle occhieggianti promesse della sinistra che adesso, per paga, ci fa quest’ultimo tremendo “regalo”. Tentiamo un ragionamento serio e ponderato: la tremenda fine che si sta preparando per Montenovo, forse può essere fugata solo se tutti coloro che vogliono difendere il paese si mettono insieme, senza distinzioni di idee e di divisioni politiche. Tutti insieme, “bianchi neri, rossi, verdi e gialli”, come abbiamo già detto e scritto più volte. Tutti insieme senza i personalismi e i contrasti, che sono capaci solo di fare altro male al paese. Tutti insieme senza pregiudizi, senza divisioni, senza contrapposizioni boriose, irose, sconclusionate e fallimentari. Ne va di mezzo l’interesse generale del paese. Non si può provocare un nuovo fallimento, dopo i tanti e troppi già provocati. Bisogna usare un atteggiamento moderato e ascoltare tutti, invece che tuonare turbinosamente. Bisogna riflettere per offrire ogni possibile variante praticabile: un accordo paritario consensuale fra componenti diverse sulla base di un programma concordato. Siamo aperti ad ogni collaborazione per offrire umilmente compartecipazione, nell’unico obiettivo di difendere il paese senza testardi irrigidimenti che hanno già provocato una ben prevedibile reazione: si scatena infatti adesso la canea degli irriducibili sfascioni che bramano vendetta e faranno trionfare nuovamente gli sfascisti. Compiangiamo il misero destino che attende, in queste condizioni, il nostro povero paese di Montenovo, a causa della mancanza di umiltà necessaria a riconoscere le responsabilità pregresse dei tanti e troppo fallimenti maturati in quest’ultimo trentennio. Inseguire una cieca proposta di rivincita non avrà capacità di successo, come dimostra il semplice fatto che ancora non si sa nemmeno chi sarà il candidato a sindaco dell’opposizione e si ventila nuovamente una candidatura forestiera. Bisogna ragionare, una già è bastata. Un’altra non passerebbe. La sinistra ha già scelto il successore di Memè che rinuncia al secondo mandato: è un sintomo di debolezza estrema, mentre avrebbe potuto campare di rendita con quel 78% ottenuto cinque anni fa. Il 78% è tanto, anzi tantissimo e non è facile per niente eroderlo fin sotto il 50% per sperare di poter allontanare l’incubo della disfatta del Comune di Montenovo, possibile solo con un’unica lista contrapposta. Con due sole liste in campo, forse una speranza di successo potrebbe ancora esserci. Ma se le liste saranno tre o addirittura quattro, con l’uscita di quella degli sfascioni che tiene tutti sotto scacco, le speranze di successo saranno al lumicino. Potremmo addolcire la pillola con un linguaggio meno duro, ma si sa che il medico pietoso fa le piaghe purulente. Per questo diciamo tutto quello che è possibile dire, senza sotterfugi: solo una Lista Unica Per l’Autonomia di Montenovo con montenovonostro può avere successo. Chi si intestardisce a contrastare quest’unica ragionevole proposta si assumerà davanti alla storia la colpa del disastro che attende irrimediabilmente Montenovo. Noi non vogliamo disastri, noi vogliamo salvare Montenovo e il Comune che è stato conservato libero e autonomo per 900 anni. Chi vuole aiutare a salvare Montenovo si unisca a noi.
da montenovonostro |