Dalle Marche: La terribile alluvione riaccende le polemiche sulla mancata prevenzione |
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Domenica 18 Settembre 2022 17:51 |
L’eccezionale quantità di acqua piovana caduta in due ore a monte della Valle del Misa e del Nevola non giustifica i ritardi che, in tanti anni, gli interventi di prevenzione e riduzione del rischio esondazioni sono stati registrati. Eppure la direzione da prendere erano già state messe nero su bianco nell’assetto di progetto approvato dalla Regione Marche il 25 marzo 2016 con la delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di
Bacino regionale firmata dall’allora governatore Luca Ceriscioli e dall’allora segretario generale dell’Autorità di Bacino, il geologo Marcello Principi. Le priorità avrebbero dovuto essere le vasche di laminazione per ridurre il volume delle possibili piene. Ma l’unica direzione verso cui sono partiti i lavori, e solo lo scorso febbraio, è stata quella prevista addirittura dagli anni ottanta. Delle altre vasche previste nel 2016 non si è più saputo nulla. Un bilancio clamorosamente deficitario, in cui i lavori avviati non servono a mitigare i rischi. Era peraltro stato lo stesso Principi a intervenire pubblicamente, il 25 novembre 2021, ponendo seri dubbi sulle scelte della Regione: “Rischiamo di fare opere costosissime e di non avere benefici”. Ormai in pensione, in quell’occasione ha parlato da cittadino di fronte alla II commissione del consiglio comunale di Senigallia, avvertendo che “la mitigazione delle piene, come riconosciuto a livello nazionale e internazionale, si fa a monte del bene che si vuole tutelare, e non a valle”. L’esatto contrario di quanto avvenuto fino ad oggi. Un apposito gruppo di lavoro interistituzionale era stato costituito dopo l’alluvione del 3 maggio 2014 che aveva causato quattro vittime, come il nostro giornale ricorda puntualmente ogni mese perfino lo scorso 3 settembre (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/67183-ostra-vetere-mensilario-dellalluvione-di-pongelli-il-3-maggio-2014), oltre che tutti i mesi e gli anni precedenti con una martellante sistematicità. Oltre ad analoga martellante sistematicità per rammentare i rischi di un'altra calamità, quella del terremoto per la quale erano stati approntati ben 40 anni fa gli strumenti di prevenzione dall'allora lungimirante amministrazione comunale, ma che la successiva aveva immediatamente manomesso e stravolto, addirittura devianbdo le portate di due fossi laterali nell'unico fosso del depuratore a Vallone San Giovanni, che poi è finito per innescare l'alluvione del 2014 con responsabilità degli amministratori passati e presenti (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/67033-ostra-vetere-anniversario-del-terremoto-delle-marche-del-24-agosto-2016), (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/67123-ostra-vetere-mensilario-dellultimo-grave-terremoto-del-30-ottobre-2016). E tuttavia mensilmente insistevamo: "Ma noi insistiamo e vogliamo sapere: perchè quei soldi sono stati distratti? Ce lo fate sapere o no? Perchè quelle opere, di cui avete privato la nostra comunità, sarebbero indispensabili in caso di forte calamità naturale". Da allora nessuna risposta a Ostra Vetere. Solo in Regione, da allora, in un anno il gruppo produsse una relazione che individuava gli interventi prioritari e la stima dei fondi necessari: 100 milioni di euro per la messa in sicurezza dell’intero bacino del Misa, compresi i 48 milioni per le opere a priorità elevata da cui partire. Il sindaco di Senigallia, capofila per i comuni di Ostra, Ostra Vetere, Corinaldo e Trecastelli dà l’ok insieme alla Provincia definendo le opere prioritarie “improcrastinabili“. Ma l'alluvione è arrivata prima.
da montenovonostro |