Ostra Vetere: Mensilario indagati sindaco e assessori per abuso d’ufficio il 28 marzo 2018 |
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Lunedì 28 Novembre 2022 18:49 |
Già lo scorso Giovedì 05 Aprile 2018 avevamo dovuto dare notizia che il sindaco e assessori di Ostra Vetere erano stati posti sotto inchiesta per abuso d’ufficio fin dal precedente 28 marzo, come documentava il giornale on-line “Centropagina” intitolato “Abuso d’ufficio per la giunta di Ostra Vetere: indagati sindaco, vice e due assessori” appunto del 28 marzo 2018 a firma della giornalista Marina Verdenelli (http://www.centropagina.it/senigallia/abuso-dufficio-per-la-giunta-di-ostra-vetere-indagati-sindaco-vice-e-due-assessori/), che per correttezza abbiamo riprodotto integralmente nel nostro comunicato intitolato “Ostra Vetere: Emmò? Còmo la mettèssima?” (http://www.ccpo.it/comunita/montenovonostro/43032-ostra-vetere-emmo-como-la-mettessima), nel quale anticipavamo che, come facciamo sempre, ci riservavamo di commentare successivamente la clamorosa notizia. Trascorso qualche giorno per far decantare la situazione, ci siamo sentiti pronti ad affrontare l’argomento per dire subito che questa cosa non fa bene al paese e noi siamo davvero dispiaciuti per questo. Ci dispiace per il paese, quindi. Ma ci dispiace anche per gli amministratori coinvolti nella scabrosa vicenda e anzi auguriamo loro di uscire presto e bene e completamente scagionati, come poi è stato comunicato. E’ stato certamente un duro colpo alla credibilità delle persone coinvolte, anche per il capo di imputazione: “abuso d’ufficio”. Non è certo poca cosa essere accusati di aver male esercitato il potere conferito dal mandato popolare. Significava che gli inquirenti avevano ipotizzato il reato imputato e sarebbe spettato poi alla magistratura arrivare fino in fondo e decidere, infine, se rinviare a giudizio i quattro esponenti di sinistra oppure, come avevamo augurato loro, di archiviare tutto
prosciogliendoli. Non sapevamo quanto tempo avrebbe impiegato la magistratura a concludere la procedura, forse anni, come capita spesso, tenendo sospesa la vita loro e quella dei loro familiari. Non ci si riflette mai abbastanza, ma in questo genere di vicende a soffrirne di più sono spesso i familiari, che avvertono più degli interessati il peso del muro di gelo che si alza attorno agli indagati e che chiude e “stritola” anche i familiari. E’ davvero una brutta cosa che solo chi non ha mai provato non riesce nemmeno a immaginare. Sappiamo che la degenerazione della attuale vita politica nazionale e locale non solo non avverta questo dato, ma spesso addirittura ne gode sciacalleggiamente. Quanti avversari politici si ergeranno a giudici implacabili ancora prima che lo facciano i giudici veri. Quanti beffardi insolenti si prenderanno gioco dei malcapitati infangandoli e godendone pure dell’improvvida vicenda. Quanti “soloni” commenteranno malignamente, aggiungendo sempre nuovi e più torvi particolari alla vicenda, fino a spingere i colpiti su un piano scivoloso di abbandono e recriminazione. Non ci vuole molto a intuirlo. E proprio per questo ci piace l’incattivimento della politica come la vediamo praticata in questi anni perversi. Ora dobbiamo fare una considerazione generale, sulla base delle esperienze registrate. E’ stata sempre la sinistra a scatenarsi contro gli avversari, scambiati per nemici da distruggere, e spesso ha approfittato delle singole comunicazioni giudiziarie per imbastire campagne di demonizzazione e di demolizione dei colpiti. Ricordate con quanta veemenza affiggevano manifesti su manifesti che chiedevano a gran voce le dimissioni di Berlusconi? E non bastava la richiesta insistente di dimissioni, perché vi ha poi aggiunta anche la decadenza delle funzioni con un atteggiamento persecutorio che ancora continua. Non abbiamo nessun motivo per difendere il politico Berlusconi, noi non siamo né di destra e né di sinistra. Ma non ci piace l’incattivimento contro l’uomo Berlusconi cinicamente e perfidamente agitato contro di lui dalla sinistra. Non ci piacciono quei manifesti, né ne abbiamo fatti noi altri simili con scritto “Memè dimettiti”. Anzi. Dicevamo fin d’allora che Memè non si doveva dimettere. Dicevamo infatti che una comunicazione giudiziaria è uno strumento di democrazia a garanzia della difesa. Non è una condanna. Aspettavamo a vedere come sarebbe andata a finire e poi avremmo valutato la cosa. E anche se la cosa avesse dovuto prendere una brutta piega, si sarebbe trattato sempre di un primo grado di giudizio, mentre nessuno è colpevole fino al terzo. Anche se non è una bella cosa per il paese sapere che il sindaco e gli assessori di allora erano stati messi sotto inchiesta per abuso d’ufficio. Questo è quanto riportavamo nei nostri comunicati di allora. Ma se la storia è davvero finita, come è stato annunciato, perché non informare dettagliatamente e puntigliosamente nei particolari tutta la vicenda? Anche per sapere se gli oneri legali sono rimasti a carico degli indagati, come è purtroppo ingiustamente successo ad altri, oppure sono andati a gravare sul bilancio comunale? Non sarà che adesso si fa “figli e figliastri”? Vorremmo sapere. E l’amministrazione ha il dovere di dire tutta la verità. Ma tanto torneremo sull’argomento.
da montenovonostro |