Ostra Vetere: Ecco, giusto quello che ripetiamo noi da 40 anni |
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Sabato 11 Febbraio 2023 20:10 |
Cosa ci tocca leggere! Anche il direttore del Resto del Carlino Giuseppe Boni la pensa come noi a proposito del nostro Ospedale che non c'è più, purtroppo, e sappiamo bene di chi è stata ed è la responsabilità. Ecco di seguito il testo pubblicato oggi 11 febbraio 2023 dal Resto del Carlino, pari pari quello che andavamo dicendo noi da 40 anni. "Editoriale: Vanno salvati anche i piccoli ospedali. Bologna, 11 febbraio 2023 – Qualche giorno fa ho subito un intervento chirurgico presso il reparto di Chirurgia dell'Ospedale di Budrio. Vorrei sottolineare che
in questa struttura sono stato trattato con grande competenza professionale e grande gentilezza, direi quasi con affetto dal personale medico e dagli operatori sanitari. Lo dico indistintamente in relazione a tutto il personale sanitario con il quale sono entrato in contatto, che si è prodigato in ogni modo per rendere il più gradevole possibile il mio ricovero. I miei più sentiti ringraziamenti. Luciano Messori. Risponde Beppe Boni. Nonostante alcune anomalie e criticità che vengono segnalate vale la pena di ripetere che la sanità emiliano romagnola viaggia sempre nei primi posti della classifica nel campionato italiano. Non è un caso che il turismo sanitario, soprattutto a Bologna ma anche in altre città come Modena o Cesena, è molto sostenuto perché la rete ospedaliera offre garanzie di alto livello. In questo panorama di cui gli emiliani possono andare fieri (ma dove la politica a volte complica le cose anziché semplificarle) i piccoli ospedali sparsi per la regione sono gioielli di accoglienza e professionalità che, ove è possibile, è meglio conservare. È vero che i costi e la possibilità di attrezzature che offrono i grandi centri sanitari impongono una razionalizzazione, ma non sempre bisogna ragionare per automatismi. La presenza sul territorio (soprattutto nelle zone montane) di ospedali che possano garantire assistenza è fondamentale. Non bisogna ragionare solo con pallottoliere e lavagna dei costi. Si è visto con la chiusura di alcuni punti nascita in Emilia Romagna sparsi nei piccoli ospedali: è in atto una parziale e giusta retromarcia. Alcuni sindacati dei medici sottolineano che analizzando la mappatura dei servizi esistenti, il fabbisogno di salute della popolazione e le caratteristiche del territorio, in ogni area è necessario scegliere se puntare sulle strutture di comunità come le case della salute o sugli ospedali periferici, con la consapevolezza che non ci sono le risorse necessarie per un buon funzionamento di entrambi. La valutazione è fatta anche tenendo presente la carenza di personale sanitario che impone ai professionisti turni massacranti e a spostamenti tra strutture della stessa azienda, spesso distanti decine di chilometri. Se servono però più medici e infermieri investiamo su questo aspetto e apriamo il numero chiuso a Medicina. Sulla sanità non bisogna badare a spese.
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da montenovonostro
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