Ostra Vetere: “Scelta Popolare” sulle grandi manovre dell’associazionismo cattolico |
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Mercoledì 12 Settembre 2012 18:25 |
Dal Circolo di Scelta Popolare di Ostra Vetere riceviamo la seguente comunicazione: “La stampa nazionale di questi giorni dà grande rilievo ai movimenti del mondo dell'associazionismo cattolico. Sullo sfondo si profila l’assemblea del Forum delle associazioni e delle persone del mondo del lavoro a Todi, fissata per fine ottobre. Quell’assise dovrà delineare una strategia unitaria, dimostrare cioè che, malgrado le divisioni storiche tra cattolicesimo liberale e cattolicesimo sociale, ma soprattutto malgrado i rispettivi interessi, Coldiretti, Cisl, Confartigianato, Confcooperative, Acli, Mcl e Cdo riusciranno a presentarsi unite alle elezioni politiche con un
programma per la ricostruzione morale e materiale del Paese se non addirittura sotto le insegne di un unico partito. Una accelerazione tutta da capire sta prendendo corpo a Senigallia, dove il Mcl, Movimento Cristiano dei Lavoratori, celebrando il suo annuale seminario di studi, ha rotto gli indugi annunciando che un partito si farà. Ma le Acli si sono presentate invece al convegno dell’Udc di Chianciano e hanno annunciato che sosterranno il tentativo di Pierferdinando Casini di dare vita a un nuovo partito di centro. Apparentemente, è una conferma del percorso di riunificazione dei cattolici dopo la fine della Dc. Nella realtà, siamo ancora alle manovre tattiche. A Chianciano il presidente delle Acli si è schierato con l’Udc, con i toni del “grande elettore” di Casini. Sarebbe una novità dirompente, considerata la storica vicinanza dell’associazione di Oliviero al Pd (dove milita l’ex presidente Luigi Bobba, oggi senatore), ma solo se annunciasse uno strappo tra i cattolici del Pd e Bersani, che ridisegnerebbe un ventennio di storia italiana. Evoluzione auspicata nel mondo cattolico, che teme l’abbraccio con Nichi Vendola, ma improbabile con questa legge elettorale che, anche nell’ipotesi in cui raccogliesse un consenso a due cifre, non garantirebbe all’Udc abbastanza seggi per soddisfare tutti. In altre parole, l’apertura di Oliviero è talmente innovativa da apparire estemporanea. Ma, per altro verso, il Mcl non marcia verso Casini e questo perché, secondo una visione che accomunerebbe i movimenti di più stretta osservanza Cei, l’Udc non offre né quelle garanzie di rinnovamento che sembrano ineludibili per un terzo polo di successo, né la propensione a tradurre in azione di governo i “fondamentali” cattolici, dall’economia sociale di mercato a una politica amica della famiglia tradizionale. Per contro, ci sono movimenti esterni al Forum, ma analogamente insoddisfatti per il declino della classe politica italiana (Udc compreso) che potrebbero essere interessati a costruire un partito più rappresentativo delle istanze cattoliche. Come Rinnovamento nello Spirito e il Cammino neocatecumenale. In questo scenario, i cattolici si muovono e si studiano, aspettando Godot, che in questo caso sono due, Monti e il PdL. Se infatti Bersani sembra aver intrapreso una rotta che lo porta lontano dai cattolici, né il premier Berlusconi né il PdL hanno ancora svelato le proprie carte. Il primo ha fatto capire di muoversi nell’orizzonte del Ppe, facendo sognare i fautori di un partito di rinnovatori europeisti. Il secondo non scioglie la riserva su chi sarà il candidato Premier. Ed è un’incognita che per i sondaggisti vale il dieci per cento. In questa Babele, Scelta Popolare ha già scelto da tempo. Nè a destra, nè a sinistra". |