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Home Comunità Scelta Popolare Scelta Popolare: Per l'on. Fini qualcosa non va
Scelta Popolare: Per l'on. Fini qualcosa non va PDF Stampa E-mail
Giovedì 25 Giugno 2009 12:28
Il Presidente della Camera on. Gianfranco FiniDal Circolo di Scelta Popolare riceviamo la seguente comunicazione. Le considerazioni espresse in questi ultimi giorni dal Presidente della Camera on. Gianfranco Fini fanno riflettere sulla validità o meno delle riforme di questi ultimi anni. Per Fini, infatti, se il potere di governo dei sindaci, dopo le leggi degli anni Novanta, si è "manifestato pieno e forte, quello di indirizzo e di controllo, attribuito ai consigli comunali, è rimasto largamente sulla carta, comunque esiguo e debole". E' quanto ha detto Fini, aprendo i lavori del convegno su 'I nuovi comuni nella Repubblica federale. La carte delle Autonomie' lo scorso 23 giugno a Montecitorio. Il nuovo assetto ha assicurato "stabilità e governabilità alle amministrazioni locali", ma di fatto ha prodotto un "deciso sbilanciamento dei poteri a favore dei vertici di governo, a danno del confronto democratico assembleare che il più delle volte viene vissuto come un fastidioso momento di appesantimento del percorso decisionale". Il che provoca, secondo l'on. Fini, un senso di frustrazione e impotenza nei consiglieri sia della maggioranza che dell'opposizione. Da qui la proposta di riforma, che non è di "sottrarre fette del potere di governo ai sindaci" ma di "rendere effettivo e pregnante il potere di indirizzo e controllo" dei consigli, mediante una valorizzazione delle assemblee elettive, cui occorre restituire il vero ruolo di centralità democratica. Viene allora da riflettere sulla validità delle riforme istituzionali di questi ultimi anni che, scompigliando l'impalcato costituzionale e amministrativo della cosiddetta "prima Repubblica", ha prodotto una regressione degli spazi di partecipazione democratica e di rigore amministrativo rispetto alla precedente situazione nella quale, seppure la pesantezza burocratica dei controlli amministrativi poteva sembrare oppressiva, tuttavia preveniva gli accessi di creatività fantasiosa e incontrollata di questi ultimi anni. E ciò vale tanto per le grandi istituzioni centrali, quanto per i piccoli enti locali.
 

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