E’ un tarlo sordo che ormai rode dentro e scava vorticosamente nella coscienza collettiva purtroppo ormai sopita da tante e troppe blasfemìe subite da tutti e, ancora purtroppo, tollerate da chi dovrebbe invece ergersi a presidio dell’integrità morale popolare, slabbrata e sfiancata da quella screditata e impresentabile classe politica arruffona e furbastra che fa finta di litigare per confondere le coscienze e poi si accorda sottobanco per saccheggiare quel che rimane della coscienza collettiva, e non solo
della coscienza. Come bollare altrimenti lo scempio tollerato nei confronti di chi, maliziosamente gabellandola per equidistante e laica neutralità, in realtà attenta alla coscienza individuale e collettiva del popolo, picconando forsennatamente l’identità culturale della generalità della popolazione? Non ci piace quello che sta succedendo attorno a noi, in questo mondo vorticoso, squassato e convulso, tantomeno ci piace il pessimo esempio della scuola di Rozzano in Lombardia, dove il dirigente scolastico immutabilmente al suo posto dopo tanti e variegati esordi, stabilisce per tutti quale e qualunque libera espressione del sentimento religioso dei bambini, che dovrebbero essere educati dalla famiglia e dalla scuola al bello e al buono della vita, e si vedono oggi privati proprio dalla scuola della gioia dei canti natalizi. Occhiuto e deforme parodistico sflato della convulsa coscienza di uno. Ci si perdoni la libertà di parola: “sflato” è parola che non esiste in italiano. Ma l’usiamo ugualmente. In italiano esiste “afflato”, il soffio, l’ispirazione, la spinta entusiasta, la condizione di percezione intuitiva immediata. E’ una bella parola, l’afflato. Come definire allora in termini negativi il suo contrario peggiorativo, la negazione irreversibile della sua bellezza concettuale? “Sflato”, appunto, cioè “senza ispirazione ideale”, solo “sflato”, anche se questa parola non c’è nella lingua italiana. L’inventiamo noi, per trovare la giusta e severa definizione (potremmo adoperare altre parole di simile concetto, ben più triviali, ma non è nel nostro costume usare parolacce, perciò inventiamo una parola nuova) per quanto è accaduto nell'Istituto comprensivo Garofani di Rozzano (Milano) dove "hanno deciso di applicare una linea rigorosamente improntata alla laicità in occasione dei festeggiamenti natalizi che cadono dopo la strage terroristica di Parigi”, come hanno giustificato l’incredibile accaduto. E così il concerto di Natale è stato rinviato, non solo, ma anche il crocifisso è stato "rimosso" in nome "della laicità" e nel Comune del Milanese è scoppiata subito la polemica. Non solo, anche in tutta Italia. Né possiamo tacere noi. Ci spieghi qualcuno, e lo spieghi agli italiani se ci riesce, quale sarebbe in questa storia, anzi storiaccia, questa “linea rigorosamente improntata alla laicità” e quale è il cervellotico nesso scatenante nella “strage terroristica di Parigi”. Se questa è davvero la motivazione conseguente, allora l’Isis ha esattamente ottenuto quello che voleva perpetrando l’orrenda strage: annichilire la coscienza civile della cristianità. Con l’acquiscenza, se non la connivenza o addirittura con la complicità, di qualcuno ancora non pago di tentazioni politiche dopo ben due maldestri precedenti tentativi, l’ultimo dei quali con quel Movimento Cinque Stelle abituato a “mandare a Fano…” tutti gli altri, quando invece dovrebbe mandare a Fano (e anche ben oltre, ben più su di Pesaro e ancora più lontano) proprio un qualcuno, che di grilli in testa ne ha evidentemente fin troppi, non un Grillo solo. Non chiediamo che si dimetta, come ormai lo chiedono insistentemente in tanti, ma che almeno riconosca di aver sbagliato e chieda, non scusa, ma perdono alle piccole vittime innocenti delle sue inqualificabili convulsioni mentali”.
da Scelta Popolare |