Dall’Italia: 13 ragioni per votare NO |
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Venerdì 21 Agosto 2020 16:42 |
Dall’amico Emilio Cugliari Lauremi di Milano riceviamo la seguente comunicazione circa il prossimo referendum per il taglio dei parlamentari, che tante riflessioni sta suscitando non solo in ambiente politico, ma anche nella intera opinione pubblica frastornata da tanti e troppi messaggio fuorvianti. Per questo sentiamo doveroso offrire alla pubblica attenzione questo contributo di riflessione su un argomento tanto importante per la vita democratica della nostra nazione. Si tratta di un primo contributo ragionato, cui ne potranno seguire altri. Tenuto conto che per la validità del referendum confermativo non è prevista alcuna maggioranza elettiva, per cui, se la tendenza ormai consolidata sarà quella di una forte percentuale di astensioni, la scelta finale rimarrà nelle mani di una sola parte della popolazione: 1 - Oggi siamo 20 milioni in più rispetto al 1948 e con il taglio quasi dimezziamo il numero dei parlamentari stabiliti dai Padri Costituenti. 2 - La politica finirà per essere gestita da un’oligarchia. Le decisioni al Senato verranno adottate da
'mini' commissioni di 10 Senatori che potranno deliberare con una maggioranza di soli 4 Senatori. 3 - Con un Senato ridotto a 200 componenti, le liste che vedranno attribuirsi i seggi saranno solo quelle più votate (sopra il 15% circa dei voti), lasciando parecchie liste fuori da Palano Madama. 4 - Gli italiani voteranno sul territorio nazionale solo 392 deputati e 196 senatori. 5 - I governi saranno sempre più spesso sostenuti grazie ai voti necessari dei Senatori a vita. 6 - Il voto di fiducia è approvato a maggioranza relativa. La fiducia potrà essere votata da un numero talmente ridotto da essere assimilabile a quello di un condominio delle grandi città. 7 - Con la riduzione dei parlamentari basterà in prima lettura il voto di pochi deputali e senatori per cambiare la Costituzione. La nostra Costituzione sarà alla mercè di un gruppo oligarchico gestito dalle segreterie di partito. 8 - L'Italia sarà il Paese europeo col minor numero di rappresentanti. II popolo italiano sarà seriamente sottorappresentato all’interno delle Istituzioni parlamentari. 9 - La riduzione dei collegi compromette l'omogeneità della popolazione elettorale e riduce la rappresentatività delle minoranze linguistiche. Inoltre, aumenta la discrezionalità nel disegno dei nuovi perimetri dei collegi, che potrebbe sfavorire il diritto di rappresentanza delle coalizioni minori. 10 - L’elevata spesa parlamentare italiana non dipende dal numero dei parlamentari, ma dal costo dei dipendenti che lavorano in Parlamento, molto più allo di quello degli altri Paesi. 11 - Il taglia-poltrone anzichè allineare il numero dei parlamentari italiani a quello del resto d'Europa, ne aggrava lo squilibrio. Con la riforma l'Italia precipita al 27° posto nella classifica relativa al numero di parlamentari eletti ogni 100.000 abitanti, in penultima posizione prima della Germania. 12 - La riforma vanifica lo scopo del quoziente nazionale (rapporto tra la popolazione totale e il numero di seggi totali), pregiudicando il principio di equità e acuendo le discriminazioni. 13 - Con la riforma Fraccaro il numero di collegi uninominali per circoscrizione si riduce, aumentandone così la popolazione media e producendo un divario superiore al 50% riguardo il numero di elettori nei collegi uninominali appartenenti ad una medesima circoscrizione. Invitiamo tutti a riflettere e ad operare una scelta ponderata e responsabile.
da Scelta Popolare |