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Home Comunità Scelta Popolare Dall’Italia: Caso Boldrini, due ex collaboratrici la accusano
Dall’Italia: Caso Boldrini, due ex collaboratrici la accusano PDF Stampa E-mail
Martedì 23 Marzo 2021 17:48

Dall’Italia: Caso Boldrini, due ex collaboratrici la accusanoEsplodono a ripetizione casi che coinvolgono ancora personaggi politici abituati a farne esplodere a ripetizione contro gli avversari, ma stavolta tocca a loro. Compresa la maceratese onorevole (o forse onorevola?, vai a vedere, oh!) Laura Boldrini, già funzionaria internazionale portavoce per il Sud Europa dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ed ex Presidente della Camera dei deputati, in quanto parlamentare eletta nel 2013 con Sinistra Ecologia Libertà e poi rieletta nel 2018 deputato (o deputata?, vai a vedere, oh!) nelle liste di Liberi e Uguali, partito che ha poi lasciato nel 2019 approdando infine nel Partito Democratico. Anche lei è finita al centro di un caso clamoroso. Due sue ex collaboratrici, una la sua colf e l’altra la sua assistente parlamentare, accusano proprio lei, che ha sempre brandeggiato battaglie femministe e filosindacaliste, a proposito delle mansioni costrette a svolgere e delle somme mai pagate per i loro servizi. "A maggio dello scorso anno ho dovuto dare le dimissioni perché la signora, dopo tanti anni in cui avevo lavorato dal lunedì al venerdì, mi chiedeva di lavorare meno ore, ma anche il sabato. E io ho famiglia, dovevo partire da Nettuno e andare a casa sua a Roma, per tre ore di lavoro. Io sono andata al patronato, ho fatto fare da loro i calcoli. La sua commercialista mi ha detto che mi contattava e invece è sparita. Alla fine, tramite l'avvocato messo a disposizione dal patronato, ora siamo in contatto, mi faranno sapere. Io comunque la signora non l'ho mai più sentita, non la volevo disturbare. Mi dispiace perché non sono tanti soldi, circa 3.000 euro, forse è rimasta male che non abbia accettato di andare il sabato". A parlare è Lilia, una collaboratrice domestica moldava. Anche Roberta, la sua ex collaboratrice parlamentare racconta di mansioni che esulavano dai propri compiti contrattuali. "Ho lavorato due anni e mezzo con la Boldrini - riferisce - posso dire che ho tre figli, partivo il martedì alle 4.30 da Lodi per Roma, lavoravo per tre giorni 12 ore al giorno, dalla mattina presto alle nove di sera. Per il resto lavoravo da casa, vacanze comprese. Guadagnavo 1.200 / 1.300 euro al mese, da questo stipendio dovevo togliere costi di alloggio e dei treni da Lodi. Ero assunta come collaboratrice parlamentare e pagata quindi dalla politica per agevolare il lavoro di un parlamentare, ma il mio ruolo era anche pagare gli stipendi alla colf, andarle a ritirare le giacche dal sarto, prenotare il parrucchiere. Praticamente facevo anche il suo assistente personale, che è un altro lavoro e non dovuto. Dovevo comprarle trucchi o pantaloni. Lei ha una casa a Roma, quando rimaneva sfitta io portavo pure gente a vedere l'appartamento o chiamavo le agenzie immobiliari". Non proprio commendabili questi fatti. Anzi, i commentatori pensano che siano addirittura del tutto scandalosi. Vedremo come andranno a finire. Ma cosa ha replicato intanto l’ineffabile onorevole (o forse onorevola?, vai a vedere, oh!) Laura Boldrini? "Sono davvero dispiaciuta: si tratta di due collaboratrici valide, in ambiti ovviamente totalmente diversi - tiene a sottolineare la deputato (o deputata?, vai a vedere, oh!) Boldrini, che è comunque parlamentare (o parlamentara?, vai a vedere, oh!) - E mi aspettavo da loro che, se ritenevano che ci fosse con me qualche problema, me ne parlassero direttamente e non tramite un giornale, tutte due insieme poi... Mi pare che abbiano fatto ricorso a un metodo quanto meno improprio, che lascio agli altri giudicare e commentare". Capito, la signora onorevola? Non si può dire quelle cose a lei così, non si può andarle a dire ai giornali, oh ! Bisognava dirglielo in privato e con altri modi. Magari inginocchiandosi anche? Capito? In “privato”. Ma come? In “privato” a lei che è personaggio (o personaggia?, vai a vadere, oh!) pubblico e che per idee che pratica vorrebbe sempre tutto pubblico? Anche in ginocchio? Vedremo, se l’avvocato e il sindacato riferiranno solo in “privato” ai giudici, oppure in "pubblica" udienza.

da montenovonostro

 

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