Dall’Italia: E’ questo il modello di civiltà giuridica che promana da questo Stato in declino? |
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Giovedì 08 Aprile 2021 17:51 |
Inorridiamo sbigottiti. L'Italia, la patria del diritto e della civiltà giuridica tramandata dall'antica Roma, si è ridotta così. La stampa informa che, secondo i dati diffusi da Errorigiudiziari.com, negli ultimi 30 anni lo Stato, in ben 30mila casi giudiziari, dal 1992 al 2020 ha dovuto provvedere a risarcire gli "errori" giudiziari nei confronti di cittadini innocenti ingiustamente perseguitati giudiziariamente con spesa di ben 870 milioni di euro. Una cifra enorme per una sofferenza enorme. Come è possibile che lo
Stato commetta simili ingiustizie? M anon è lo Stato che le ha commesse, bensì gli organi preposti alla giustizia che non hanno fatto il loro dovere. C'è qualcosa che non va nella giustizia di questo Stato. E non è solo "qualcosa", se produce un danno così elevato. I risarcimenti non rimediano certo in denaro ciò che è stato distrutto in termini di onorabilità. Non ci sarà mai una somma capace di rimediare alle sofferenze di tanti che subiscono una ingiustizia così grande gabellata addirittura per "giustizia". E' chiaro che troppe cose non vanno nel mondo della "giustizia" (e lo scriviamo intenzionalmente al minuscolo, perchè tanto poco vale ormai la Giustizia (maiuscola) che è il primo e il più sacro compito istituzionale di uno Stato serio. In proposito ha scritto su Twitter il deputato di "Azione" Enrico Costa: “Paga solo lo Stato: chi sbaglia continua indisturbato la sua carriera”, riferendosi ai Pubblici Ministeri e ai Giudici che commettono un errore. Il Parlamentare ha presentato una proposta di legge che punta a modificare proprio questo aspetto: “La prossima settimana sarà discussa alla Camera la mia proposta di legge che prevede che il provvedimento, che riconosce la riparazione per ingiusta detenzione, sia trasmesso automaticamente al titolare dell’azione disciplinare per le valutazioni di competenza. Inoltre si introduce una nuova e specifica ipotesi di responsabilità disciplinare per ‘chi abbia concorso, per negligenza o superficialità, anche attraverso la richiesta di applicazione della misura della custodia cautelare, all’adozione di provvedimenti di restrizione della libertà personale per i quali sia stata disposta la riparazione per ingiusta detenzione’”, ha spiegato in una nota. “Questo è un punto fondamentale e non formale: per tali errori finora ha pagato solo lo Stato; il magistrato che sbaglia non ne risponde. Occorre intervenire”, ha concluso. Aggiungiamo però che non esistono solo i casi eclatanti delle ingiuste detenzioni, ma anche quelle, altrettanto numerose, della gogna mediatica irresponsabilmente inflitta a chi è stato sottoposto a procedimenti giudiziari senza colta ed è stato infine assolto o addirittura prosciolto. Anche questi casi devono fare riflettere. E noi continueremo a rifletterci sopra e a esprimere i nostri giudizi in proposito.
da Scelta Popolare |