Le infatuazioni hanno sempre vita breve, perchè? Ma perchè è la parola stessa che lo dice: in-fatua-zioni, azioni fatue, evanescenti, senza alcuna consistenza. Appaiono all'improvviso con una forza travolgente, rovesciano il mondo, travolgono le situazioni e presto declinano per morire spesso miseramente. Quante "infatuazioni" scuotono le coscienze, sobillandole, travolgendole e infine sprofondando nella delusione. Così cadono
spesso gli idoli: osannati da tanti all'improvviso, dopo un po' sono reietti da tutti. Perchè? Perchè sono "idoli", cioè creazioni immaginifiche cui l'opinione pubblica attribuisce poteri e funzioni quasi sacrali, ma in realtà solo immaginate. Che cosa c'è stato di più travolgente in Italia in questi ultimissimi anni tale da aver convogliato una grandioso movimento di consenso pressochè generalizzato, come è riuscito a fare Beppe Grille e il suo Movimento 5 Stelle? Venuto dal niente, ha catalizzato il consenso incondizionato di una italiano su tre, fino a far diventare il Movimento la più grossa (intendiamo "grossa" nel senso letterale del termine, che è cosa ben diversa da una cosa "grande") in Parlamento e balzare d'improvviso in cima alla più alta istituzione civile: il Governo. Merito di Grillo, indubbiamente, un "idolo" che ha conquistato notorietà e consenso in una battibaleno. Ma lo strapotere improvviso induce a terribili errori di prospettiva e il ripugnante servizio televisivo gravemente e grevemente deprecabile di ieri dimostra quanto sia facile che gli "idoli" cadano presto infranti. Baste vedere una sintetica rassegna di giudizi espressi in proposito da tanta parte dell'epinione pubblica e del mondo politico ieri e oggi. Perchè il caso Grillo irrompe nell'Aula della Camera all'apertura dei lavori, con il centrodestra che attacca e chiede chiarimenti, ma anche il capogruppo di Leu Federico Fornaro deplora il video del fondatore M5s. La prima a prendere la parola è l'onorevole Lucaselli di Fratelli d'Italia che chiede la convocazione immediata della conferenza dei capigruppo sul tema. Molto dure anche le critiche dell'onorevole Ravetto della Lega e di Valentini di Forza Italia, ma anche Leu critica "il garantismo a correnti alternate" del Garante M5s.Matteo Renzi ha invece definito scandaloso il video di Beppe Grillo: "Il dolore di un padre non giustifica l’aggressione verbale a una ragazza che denuncia violenza", ha scritto su facebook. "Invece che aspettare il processo, il pregiudicato che ha fondato il partito dell’onestà prova a salvare la sua famiglia dopo aver distrutto le famiglie degli altri. Quanta ipocrisia nella doppia morale di chi crea un clima d’odio e poi se ne lamenta". Non da meno il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, secondo cui "Oggi c'è una giovane donna che è stata derubricata, criticata, screditata, giudicata a priori con pregiudizio rispetto al fatto che ha tardato a denunciare. Nulla sulla sofferenza lacerante di questa donna, nessuna parola sul dolore di questa donna a prescindere da come si è svolte la vicenda che sarà appunto materia giudiziaria". Ci va giù duro anche il giudizio dell'onorevole di Forza Italia Catia Polidori, Coordinatrice nazionale di Azzurro Donna: "Non posso non commentare lo sfogo social del garante del M5S, l'uomo del vaffa, dell'uno vale uno, lo spietato giustiziere (più che giustizialista), che, toccato negli affetti più cari, si lascia andare a dichiarazioni scomposte verso la magistratura ed oltremodo offensive, volgari e superficiali nei confronti della ragazza, presunta vittima di violenza. Che ne sa Beppe Grillo del dolore, della vergogna e del travaglio interiore di una donna violata? Chi è Beppe Grillo per giudicare il tempo di elaborazione di un simile trauma prima di chiedere aiuto e denunciare l'accaduto? Le parole urlate da Grillo sono oscene pronunciate da un uomo, insensibili da un padre ed incivili dal massimo rappresentante di una forza politica che ha basato la propria fortuna sulla pretesa superiorità morale nei confronti degli avversari, messi alla gogna e demonizzati, spesso senza appello". La frase di Beppe Grillo sulla denuncia ritardata per presunto stupro, di cui è accusato suo figlio, "è di pessimo gusto, perché se una donna denuncia molestie o peggio violenze e stupro, lo può fare dopo 10 minuti o 10 giorni. Non è questo a stabilire la credibilità della sua denuncia". Così il leader della Lega, Matteo Salvini. Le parole di Beppe Grillo, pronunciate nel video in difesa del figlio Ciro accusato di stupro di gruppo, hanno aperto nuove tensioni anche nella coalizione Pd-M5s. I democratici infatti, non solo hanno condannato le dichiarazioni del garante del Movimento, ma ora chiedono che a prendere posizione sia anche il neo leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. “Le parole di Grillo sono inaccettabili, tutta la solidarietà alla ragazza denigrata”, ha scritto su Twitter il vicesegretario PD Peppe Provenzano “Quel video è semplicemente inconcepibile e da condannare”. Poco prima lo stesso segretario PD Enrico Letta aveva espresso la sua opinione: “Parole inaccettabili”, ha detto. Davvero, Come cadono presto gli idoli.
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