Scelta Popolare: Firenze antica nel periodo delle autonomie locali |
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Sabato 24 Ottobre 2009 15:25 |
Dal Circolo di Scelta Popolare di Ostra Vetere riceviamo la seguente comunicazione: "Proprio in questi giorni capita di leggere un libro interessante e vogliamo sottoporre alla attenzione dei vostri lettori un passo che poco ha a che vedere con Ostra Vetere, o forse ne ha molto, direttamente o indirettamente. E' il libro di Massimo Griffo "Firenze Antica" e parla della storia della città del giglio che con Ostra Vetere ha in comune non solo il patrono, San Giovanni Battista, ma anche una comune colleganza medievale all'epoca delle autonomie locali. Tanto è vero che nella Montenovo dell'epoca (e anche a Ostra Vetere di oggi) esistevano ed esistono alcune vie che prendevano nome proprio dagli immigrati fiorentini qui giunti a ripopolare il territorio dopo i terribili guasti della peste. Infatti ancora si conserva la denominazione di via Fiorenza (appunto da Firenze), via Fiorenzuola (che ora si chiama via Federico Marulli), vicolo Bianco (dagli immigrati guelfi fiorentini del partito dei bianchi), oltre al Palazzo dei Medici, prossimo a Porta Pesa. Dalle pagine 123 e 124 del libro di Griffo, nel
capitolo "Volontà di potenza", trascriviamo il seguente brano: "L'unica osservazione da fare, semmai, è che già in quello smagliante periodo della sua storia Firenze ebbe essenzialmente una mentalità, più che una struttura, oligarchica. Si può addirittura parlare di un'aristocrazia guelfa accanto alla nobiltà ghibellina, per un totale di poche famiglie che di comune accordo decidevano le sorti della città, mentre gli artigiani e il popolo si limitavano a eseguire gli ordini. Questa organizzazione piramidale, il cui vertice era costituito da un podestà chiamato da fuori e cambiato ogni anno perchè non divenisse mai espressione d'interessi particolari, spiega la rapidità delle decisioni, la fermezza dei propositi, l'energia e l'arditezza con cui la navicella fiorentina venne pilotata nei difficili flutti provocati dalle risacche pontificie e imperiali. E poichè nelle strutture oligarchiche il merito finisce sempre per affermarsi, diversamente che nelle società in cui, vigendo il dogma dell'infallibilità popolare, la democrazia degenera in pascolo di furbi e di parolai, Firenze seguitò a crescere anche in quei difficili anni e la determinazione con cui le famiglie più eminenti, servendosi degli elementi più capaci, condussero la cosa pubblica in pace e in guerra, le consentì di affermarsi come prima potenza della Toscana". |
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