Ostra Vetere: Scelta Popolare e il “lato B della politica” |
Mercoledì 01 Giugno 2011 14:34 |
Dal Circolo di Scelta Popolare di Ostra Vetere riceviamo la seguente comunicazione: "Dopo la sconfitta elettorale, la destra non si riprende ancora, mentre la sinistra, chissà perchè, canta vittoria. Certamente la destra ha perso, ma davvero la sinistra ha vinto? Il PD, intendiamo dire. No, che non ha vinto. E Bersani avrà pure "smacchiato il giaguaro", come ha trionfalmente dichiarato ridendo. Contento lui, che ride. Ma che ci avrà da ridere? Il dato forte è rappresentato dai risultati di Milano e Napoli: due grandi città in cui il PD ha perso fin dal primo turno e al secondo hanno vinto proprio quelle componenti di sinistra che si pongono in maniera conflittuale con il PD. E allora perchè ridere? Forse è vero il vecchio detto, secondo cui "l'uccellino in gabbia, se non canta per amor canta per rabbia". Ecco perchè ride Bersani: ride per rabbia. Abbiamo capito chi è l'"uccellino", ma chi sarebbe il "giaguaro"? Pare che Bersani intendesse dire Berlusconi. E allora perchè non lo chiama per nome? A questo ci stanno riducendo i cosiddetti "grandi" della politica: straparlano incomprensibilmente di toghe rosse e di giaguari, di senzacervello e di caimani, di bunga bunga e di "leggi ad personam". Chissà perchè non parlano come mangiano? Si spieghino chiaramente, in modo che la gente possa capirli bene, altrimenti capisce che non ci capiscono granchè nemmeno loro. Dopo la sconfitta, Berlusconi dichiara: "Volevo fissare la data del mio funerale, ma nei prossimi giorni ho troppo impegni, quindi rimandiamo". Una battuta, ma non fa ridere. La sostanza è che intendeva dire "Non mollo". Dopo la vittoria degli altri, Bersani gli replica: "Vattene", ma perchè dovrebbe non lo spiega, anche se da mesi lo ripete. Francamente stupisce: Berlusconi ha sbagliato a politicizzare una competizione amministrativa e Bersani sbaglia a politicizzare l'esito elettorale. Sbaglia Berlusconi quando accusa i magistrati ritenendo l'investitura elettorale equivalente all’immunità giudiziale, ma sbaglia anche Bersani quando confonde le regole democratiche. Berlusconi se ne deve andare, come dice Bersani, non quando il suo partito perde le elezioni amministrative, ma quando il suo governo non ottiene più la fiducia del Parlamento. Questa è la regola. Chi la sovverte è contro le regole democratiche e dimostra di non avere alcun senso dello Stato. Ne discende che Berlusconi è come Bersani: il lato B della politica. E non il migliore”.
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