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Home Gazzetta dj Chi siamo Adamello Collini, guida alpina che salvò centinaia di ebrei ed antifascisti
Adamello Collini, guida alpina che salvò centinaia di ebrei ed antifascisti PDF Stampa E-mail
Giovedì 01 Settembre 2022 16:39

Adamello Collini, guida alpina che salvò centinaia di ebrei ed antifascistiDall'ANPC, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani, riceviamo e pubblichiamo: "32 mercoledì 31 agosto 2022 Valli Giudicarie e Rendena l’Adige. VAL GENOVA Al rifugio Bedole si celebrerà l'eroe che rispose così alla Gestapo che gli contestava la violazione del codice di guerra. Adamello Collini e «la legge di Dio». Domenica l’Anpi ricorda la guida alpina che salvò centinaia di ebrei e antifascisti. GIULIANO BELTRAMI. VAL GENOVA - La prima domenica di settembre l’ANPI(Associazione partigiani) del Trentino, l’Anpi delle Giudicarie ed il Gruppo Alpini di Pinzolo faranno un bagno nel ricordo. Val Genova, rifugio Bedole: chi si può ricordare quassù se non la nobile figura di Adamello Collini (nella foto)? “Quest’anno – racconta Mario Cossali, presidente dell’Anpi del Trentino – il ricordo sarà amplificato dalla presenza presso il rifugio del grande memoriale ‘Almeno i nomi’, dedicato ai trentini deportati, che sta girando il territorio nei luoghi che ‘parlano’ di loro. E se gira il Trentino non poteva non passare da qua, dalle terre di Adamello Collini. Che non fu solo una guida alpina, ma un martire della Resistenza”. Appuntamento domenica alle 11. Il ricordo di Collini nelle parole di Cossali: “In contatto con la rete di soccorso di Giannantonio Manci e con il gruppo partigiano di Gastone Franchetti, consegnato in gran parte alla Gestapo dalla spia Fiore Lutterotti, Adamello ha aiutato a passare in Svizzera decine, forse centinaia di antifascisti, ebrei, renitenti alla leva, disertori tedeschi o soldati alleati in fuga, ricercati o perseguitati dai nazi-fascisti. A cinquantacinque anni nel suo rifugio alle Bedole, è stato catturato per una soffiata dai militi nazisti travestiti da disertori. All’interrogatorio del comandante Schwarz rispose: “Non sono a conoscenza del Codice di guerra, ma, qualora lo conoscessi, al di sopra di questo Codice vi è una Legge che, anziché proibire, ordina di ospitare, in questi luoghi selvaggi, chiunque chieda aiuto. E’ la legge di Dio”. Parole che fanno dire a Cossali: “Un autentico interprete di un cristianesimo adulto profondo, attualissimo, eccome, altro che retorica celebrativa, che sarebbe piaciuto subito al grande teologo Dietrich Bonhaffer impiccato a Flossenburg”. Eroi lontano dalla retorica. Arrestato e tradotto dal Bedole a Pinzolo, Adamello Collini seppe rinunciare alla libertà che un giovane carabiniere gli offriva. Consapevole dei pericoli che il carabiniere e la sua famiglia correvano, rinunciò ad evadere ed affrontò il suo durissimo destino. Un’altra occasione di fuga gli fu offerta durante lo spostamento dal campo di Bolzano al Brennero, quando si verificò un rallentamento del treno che rese la situazione propizia. Alcuni prigionieri, tra i quali Speranza e Buganza di Saone, ne approfittarono, e si salvarono. Adamello Collini e Giacomo Spada (arrestato con lui, Bortolo Donati e Attilio Serini) non abbandonarono il treno, poiché temevano ritorsioni sulle proprie famiglie. Moriranno tutti a Mathausen. Adamello Collini nel Sottocampo di Melk il 2 febbraio 1945. Adamello non fuggì. In compenso aveva organizzato una via di fuga molto efficiente, e in alcune occasioni riuscì a guidare sugli erti sentieri molte comitive, composte anche da venti persone. Il 26 luglio 2009 è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile ad Adamello Collini; il 25 aprile 2002 la medaglia d’argento a Giacomo Spada. La “compagnia dei salvatori”, la definisce Cossali, che elenca “l’alpinista per eccellenza, nato a Rutirè, Ettore Castiglioni, che come salvatore operò in Valle d’Aosta, mettendo in salvo tra i tanti anche Luigi Einaudi. E poi Tito Piaz, in val di Fassa, arrestato e incarcerato nel Lager di Bolzano con il suo conterraneo alpinista Francesco Jori. E Gigino Battisti, che durante una spedizione con Tito Piaz subì un pesante congelamento sul Pordoi. Giulio Martini: infine Ugo Parisi, attivo fin dalla guerra di Spagna del ’36 con la sua radio trasmittente sul Bondone”.

da ANPC Nazzionale

 

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