Comincia una nuova fase per l'Unione europea e le sue istituzioni con l'inizio del nuovo decennio. L'entrata in vigore del trattato di Lisbona ha chiuso la lunga e tortuosa fase di rinnovamento istituzionale che si era aperta a Nizza un decennio fa. Tra poche settimane diventerà operativa la nuova Commissione europea, per la quale sono in corso le audizioni al parlamento europeo dei singoli Commissari, che avrà lo stesso presidente, Barroso, ma nuove e rafforzate competenze, dettate dal trattato. La novità principale riguarda le relazioni esterne nella persona di Lady Ashton, vicepresidente dell'esecutivo e alto rappresentante per le relazioni esterne o, per meglio dire, ministro degli esteri dell'UE. Conclusa la fase istituzionale celebrativa per i 50 anni dei trattati di Roma, i 20 dalla caduta del muro di Berlino e quella di rinnovo delle cariche della commissione e del parlamento eletto nell'estate scorsa, è tempo di pensare a un nuovo modello economico più sostenibile, ancora da disegnare, ai temi della immigrazione, giustizia, diritti, relazioni con i partner esterni, commercio, sviluppo e aiuto umanitario. Un'Unione forte è più che mai necessaria nella realtà di tutti i 500 milioni di cittadini europei.

Francesco Fiorani