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Home Gazzetta dj Comunicati Ostra: dopo l'elevazione a basilica, un libro sulla storia della chiesa di Santa Croce
Ostra: dopo l'elevazione a basilica, un libro sulla storia della chiesa di Santa Croce PDF Stampa E-mail
Mercoledì 20 Gennaio 2010 23:23
La basilica di Santa Croce di Ostra avrà presto un libro di storiaDal nostro lettore di Ostra Giancarlo Barchiesi, riceviamo la seguente notizia: "Dopo l'elevazione a basilica, l'arciprete monsignor Umberto Gasparini ha in mente di pubblicare un libro sulla storia della chiesa, sulla base dei dicumenti dell'antico archivio di Santa Croce di Ostra. La chiesa è stata nel corso dei secoli una delle più importanti della città. Già esistente, prima della formazione del comune, nel 1194 la stessa è presa come punto di riferimento per fissare i confini di Montalboddo, l'odierna Ostra. La chiesa, detta anche delle "quattro colonne", fu sede monastica benedettina. Abbandonata dai monaci, nel trecento la chiesa crebbe d'autorità e di fatto divenne la più importante di Montalboddo. Tale realtà venne però ufficializzata solo nel secolo successivo, quando il vescovo di Senigallia nel 1430 incorporò alle dipendenze di Santa Croce tutte le chiese di Montalboddo e vi trasferì anche la sede pievana dell'antichissima chiesa di San Salvatore. Tra i rettori di S. Croce a un certo punto vi si introdussero i Gabuzi che, per una serie di successioni ereditarie, rimasero amministratori e beneficiari del patrimonio della chiesa per circa un centinaio d'anni. Tale tipo di successione non dovette però piacere molto al vescovo di Senigallia Marco Vigerio II della Rovere, che vedeva sganciata la sua autorità... da Montalboddo. Fu allora che il vescovo e il rettore Francesco Gabuzi raggiunsero un compromesso, istituendo a S. Croce in data 29 agosto 1537, una vicaria perpetua per la cura delle anime. Rientrava così sotto la pertinenza vescovile la nomina del vicario, mentre restava riservata ai Gabuzi la gestione e l'amministrazione dei beni della chiesa di S. Croce e di quelle aggregate. La situazione si modificò alla morte di Girolamo Gabuzi, avvenuta il 1589 a Roma, dove era stato chiamato dal papa alla Dateria pontificia. Non essendoci più nessuno dei Gabuzi, avente diritto alla successione, e trovandosi la sede vacante nell'ambito della curia romana, il diritto di nomina passò nelle mani del sommo pontefice. Per una serie di fatti e circostanze particolari, di carattere economico, ancora una volta, il priorato di S. Croce di Montalboddo restò sottratto alla curia vescovile di Senigallia e venne unito all'abbazia camaldolese di Sitria, che aveva la propria sede a Barbara. La bolla di unione fu emessa il 23 ottobre 1589 dal cardinale Gerolamo Rusticucci, segretario di stato e abate commendatore dell'abbazia di Sitria. Recentemente gran parte dei documenti riguardante la chiesa di Santa Croce con le sue chiese filiali, soggetta all'abbazia di Santa Maria di Sitria sono stati riscoperti da Giancarlo Barchiesi presso l'archivio di stato di Pesaro. Le ottocento pagine fanno parte del codice 142 e riguardano un periodo di trecento anni, precisamente dal 1516 al 1830. La serie dei documenti è così composta: descrizione dei beni della chiesa di San Nicolò di Montalboddo; dei terreni, chiese, oggetti di culto e altro, della chiesa di Santa Croce con gli obblighi e cappellani che vi si celebrano; inoltre la "nota della roba consegnata al Sig. S. Domeniconi a favore del Sig. Filippo Mattei affittuario dell'Eminentissimo Abate"; varie missive riguardanti la vicaria di Santa Croce, e le sue chiesi filiali; la controversia "sull'affare della questua" tra l'abbazia di Sitria e i priori della Confraternita del Suffragio di Santa Croce; la copia della bolla, e istrumento con cui si eresse la vicaria in Santa Croce a. 1537; documentazione riguardante i deputati dell'Orazione delle Quarantore del 1636; inventari delle suppellettili sacre della chiesa e sacrestia e di Santa Croce con i locali ad essa annessi a.1699/1749; i lasciti testamentari di Francesco Fisico di Montalboddo in relazione e fondazione di cappellanie presso l'altare di San Biagio in Santa Croce. 1700 c.; l'inventario delle suppellettili, terreni, contabilità e altro della chiesa rurale di Santa Maria Apparve di Montalboddo, 1700 c.; la transazione tra i conventuali di Montalboddo e i parroci di detta città. 1701; la copia del processo contro Bertagnino Marsili di Montalboddo per aver tagliato alberi nella possessione della chiesa Santa Croce di Montalboddo e precisamente nel predio in contrada San Cristoforo, 1704; il testamento di don Francesco Antonio Mariani che lasciò alcuni suoi beni alla chiesa di Santa Maria Apparve, 1715; altre notizie relative alla chiesa di Santa Croce e, per finire, la cessione che fece l'abbazia di Sitria a sig. Canonici in virtù della bolla di erezione della collegiata. a. 1795". Giancarlo Barchiesi
 

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