Contro il "processo breve" insorge l'opposizione |
|
|
|
Sabato 23 Gennaio 2010 19:35 |
"Imbarazzante, iniquo, a dir poco incostituzionale": il sì del senato al processo breve scatena le ire dell'opposizione. Bersani, segretario del Partito democratico, parla della "cosa peggiore che si potesse fare, distruggere migliaia di processi, lasciare senza giustizia migliaia di vittime per salvare uno solo". L'Italia dei valori definisce la "giustizia defunta". L'Associazione nazionale magistrati evidenzia i "danni per l'integrità
dello Stato". Ma la norma approvata dal senato è equa e rispettosa della Costituzione? Illustri costituzionalisti, il presidente emerito della Consulta Antonio Baldassarre in testa, esprimono forti dubbi. Come due giuristi del calibro del professor Carlo Federico Grosso, penalista e docente alla facoltà di giurisprudenza di Torino, e del professor Michele Ainis, costituzionalista, docente presso l'Università Roma3. Per Carlo Augusto Grosso "è l'idea stessa del processo breve ad essere sbagliata". Ci sono poi dei reati come l'immigrazione clandestina, l'associazione a delinquere, il traffico di materiali inquinanti che non rientrano, mentre altri, compresi quelli erariali, sono dentro e non si capisce perché. La legge quindi in Italia non è uguale per tutti, e il processo breve "innesca un principio di irrazionalità evidente, circa l'eguaglianza di trattamento dei cittadini". Per Grosso si andrà incontro alla incostituzionalità, "dopo l'esperienza dei lodi Schifani e Alfano". Il professor Ainis: "Viola l'articolo 3 della Costituzione. Direi che è facile profetizzare l'incostituzionalità di questa legge. La Corte Costituzionale farà giustizia". |