Marche: Quando gli extracomunitari eravamo noi |
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Giovedì 07 Giugno 2012 17:09 |
Il fenomeno dell’emigrazione è storia antica e ci ricorda che anche il nostro territorio da sempre ha subito l’afflusso di stranieri fin dalla preistoria, quando i Galli occuparono le Marche del Nord dopo che i Piceni avevano occupato le Marche del Sud. Successe tremila anni fa circa, poi le cose cambiarono talmente tanto che negli ultimi due secoli furono i marchigiani a dover emigrare: Argentina e Stati Uniti fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, poi in Francia, Germania, Belgio e Svizzera fra le due guerre mondiali e nel primo dopoguerra. Infine,
con il boom economico, i marchigiani ingrossarono il flusso migratorio verso le capitali politica (Roma) ed economiche (Milano e Torino) fino agli anni Settanta del Novecento. Dagli anni Ottanta, la direzione del flusso migratorio cambiò nuovamente direzione e nelle Marche giunsero immigrati dai paesi dell’Europa dell’Est e dal Terzo Mondo, dando vita a un processo di globalizzazione ancora tutt’altro che concluso. L’emigrazione ha quindi costituito carattere storico e geo-politico delle vicende marchigiane passate e recenti. Per questo motivo l'Amministrazione comunale di Recanati ha convocato una conferenza stampa per la presentazione del Museo dell'Emigrazione Marchigiana nel mondo che si svolgerà domani, 8 giugno, alle ore 12.30, nell'ex granaio di Villa Colloredo Mels. Con l'occasione sarà firmata la convenzione tra il Comune di Recanati e la Regione Marche. Interverranno Luca Marconi, assessore regionale all’Emigrazione e Francesco Fiordomo, sindaco di Recanati. Sarà l’occasione per riflettere su tante pagine di storia regionale.
Chiara Fiorani |