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Home Gazzetta dj Comunicati Ostra Vetere: Fascino e mistero della tragedia greca alle Muracce
Ostra Vetere: Fascino e mistero della tragedia greca alle Muracce PDF Stampa E-mail
Mercoledì 01 Agosto 2012 19:02

Fascino e mistero della tragedia greca alle MuracceIl fascino e il mistero della tragedia greca rivivono mercoledì 1 agosto al tramonto del sole (ore 20) all'Area Archeologica Le Muracce di Ostra Vetere in Antigone Quartet concerto, narrazione musicale della vicenda di Antigone ad opera di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Ingresso gratuito. Lo spettacolo - proposto nell'ambito del TAU/Teatri Antichi Uniti, rassegna regionale di teatro classico - sarà preceduto alle ore 18.30 da una visita guidata dell'area e seguito da una degustazione di cucina marchigiana (su prenotazione al n. 071 965053 int. 6). "Grande tragedia di contrasti, l'Antigone di Sofocle - scrivono Elena Bucci e Marco Sgrosso nelle note allo spettacolo - ci ha colpito soprattutto per la straordinaria nettezza nell'affrontare un tema mitico ma di sconcertante attualità, messa in risalto dalla semplicità poetica di una lingua apparentemente così lontana e tuttavia capace di attraversare i secoli, le mode, i mutamenti effimeri, senza nulla perdere dello splendore diretto della sua comunicatività. Entriamo nel mondo della tragedia greca guidati dalle suggestioni del mistero che la avvolge, dal fascino delle rovine, dalle domande intorno ad una complessità di linguaggi che per tutti era leggibile, creando una partitura per voce, azioni e suono, basata sul testo di Sofocle, ma con un'attenzione a più recenti riscritture della tragedia, da quella di Jean Anouilh a quella di Bertolt Brecht, che hanno arricchito l'argomento di prospettive poetiche e psicologiche oppure etico-politiche. Questo percorso per narrazione musicale della vicenda di Antigone - che oppone la sua ferrea etica umana a quella ostinata del buon governo del suo antagonista Creonte - non esclude l'apertura ad una visione più ampia del ciclo di Tebe, attingendo anche alle altre tragedie di Sofocle che inquadrano la vicenda nella cornice più ampia della colpa primigenia di Edipo, assassino del padre Laio, figlio e marito della sventurata Giocasta, padre dei due fratelli-nemici Eteocle e Polinice, da cui discende il grande tema della Cecità che da Edipo stesso - flagellatore dei propri occhi incapaci di vedere la verità - si trasmette a Creonte, incapace di vedere al di là della propria arroganza di sovrano, e a Tiresia, infallibile veggente senza occhi, personaggio di grande spessore e inquietante attualità. Registrazioni, musica elettronica e suono ai sensori si miscelano alle parole e sorreggono, provocano, contrastano le azioni, aiutando il salto verso una commistione contemporanea dei diversi codici linguistici della musica, del teatro e della danza. La tessitura del suono avvolge e racconta, come se fossimo presenti ad una veglia per Antigone, alla veglia per il corpo di Polinice e di altri insepolti, alla veglia per una nostra antica identità quasi dimenticata.

 

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