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Home Gazzetta dj Comunicati Castelbellino: Per Ginesi l’ex sindaco Caruso è un gentiluomo. Niente a che vedere con Zdanov
Castelbellino: Per Ginesi l’ex sindaco Caruso è un gentiluomo. Niente a che vedere con Zdanov PDF Stampa E-mail
Domenica 26 Agosto 2012 17:12

Stalin vicino alla bara di ZdanovIl critico d'arte Armando Ginesi ha fatto pervenire un commento che, nelle premesse, suona particolarmente lusinghiero nei confronti dell'ex segretario comunale di Ostra Vetere degli anni Sessanta, il dottore Giovanni Caruso, poi eletto e rieletto per numerosi mandati come sindaco del Comune di Castelbellino. Scrive così Ginesi, autore del libro "Cinquant'anni attorno all'arte. Dalla A alla Z": "Il libro di Armando Ginesi in pillole. CASTELBELLINO. Grazioso paese sulle colline che sovrastano Jesi. Durante la seconda guerra mondiale dette rifugio alla famiglia di Ginesi che, per questo, è rimasto semore grato alla comunità. Nel 2001, Sindaco un gentiluomo, Giovanni Caruso, allo'autore fu conferita la Cittadinanza Onoraria, la prima nella storia del paese. Almeno così sembrava, fino a che, sussurrato nelle orecchie, non comparve il nome di Benito Mussolini...... Poi cambiò il Sindaco: al gentiluomo succedette un simpatico greco. Il quale, però, portò con se una specie di Zdanov di provincia.........". Per chi non conosce la storia della rivoluzione bolscevica in Russia del 1917, aggiungiamo una breve biografia, tratta da Wikipedia, di "Andrej Aleksandrovič Ždanov in russo: Андре́й Алекса́ндрович Жда́нов (Mariupol', 26 febbario 1896, 16 febbraio del calendario giuliano – Mosca, 31 agosto 1948) è stato un politico sovietico. Nel periodo staliniano fu l'arbitro della linea culturale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e Presidente del Presidio del Soviet Supremo dell'URSS (1945-1948). Morì nel 1948 in circostanze oscure e misteriose. Ždanov fu inflessibile nell'imporre il cosiddetto realismo socialista e nel liquidare ogni fermento di libertà essendo promotore di una serie di azioni atte a censurare la produzione artistica e letteraria in Unione Sovietica. Le opere non ritenute conformi agli ideali del partito venivano accusate di "formalismo" e censurate; gli autori di queste "deviazioni" venivano ammoniti pubblicamente; l'opera Lady Macbeth del distretto di Mzensk, del celebre compositore Dmitrij Šostakovič venne pesantemente accusata nel gennaio del 1936 tramite un articolo apparso sulla Pravda, intitolato "Caos anziché musica". Il triennio detto Ždanovščina ("Era di Ždanov", 1946-48) segna il culmine di questa situazione di controllo e repressione. Solo dopo anni, con Nikita Chruščëv, si venne a sapere della tragica fine riservata a scrittori ed artisti che intesero difendere la libertà della cultura dal regime. Dal 1948 e fino al 1989 la sua città natale in suo onore ha preso il nome Ždanov". In quell'anno 1989, però, con il crollo del Muro di Berlino, crollò anche il comunismo in Russia e così paesi e città tornarono al loro nome antico. Con ciò si dimostra che la storia è davvero maestra di vita e, per insegnarci la lezione, spesso si ripete, qui come là, prima o dopo. Nikita o non Nikita.

 

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