Ostra Vetere: Eros De Finis come Mario Giacomelli |
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Domenica 02 Settembre 2012 18:10 |
Lusinghieri commenti ricevono le opere d’arte fotografica di Eros De Finis esposte a Ca’ Zenobio degli Armeni a Venezia. Ecco quanto scrive delle sue opere il noto critico d’arte Alessandro Trabucco, che paragona De Finis al grande fotografo senigalliese Mario Giacomelli: “Eros De Finis è il cantore di un mondo appartenente ad una dimensione sempre più recondita nella memoria, sospeso in un tempo che sembra aver affermato con forza la propria
autonomia e verità esistenziali, nonostante i cambiamenti e le estensioni della realtà metropolitana. De Finis va alla ricerca di luoghi che appaiono molto distanti e nettamente distaccati dalla vita quotidiana contemporanea, li fotografa a colori e in bianco e nero, esasperandone i contrasti e le cromie, ottenendo quindi degli effetti grafici e pittorici molto intensi. Le immagini a colori diventano simili a dei quadri astratti, è quasi impossibile risalire all’origine della cosa o della situazione fotografate, in alcuni momenti sembrano la testimonianza del risultato di una lenta, progressiva azione del tempo, in altri ancora la cristallizzazione di un evento che resiste caparbiamente a quest’opera d’inesorabile trasformazione. Le fotografie in bianco e nero possono ricordare gli scatti di Mario Giacomelli, per l’utilizzo del contrasto forte, del nero profondo e dei bianchi “bruciati”, dell’abbondanza di riferimenti alla natura e al mondo contadino, e non ultimo anche ad una comune origine geografica. De Finis è il reporter di una vita umana che sta gradualmente scomparendo come tradizione storica, ma che rimane viva in quanto memoria arcaica, fatta di rituali, oggetti, volti, espressioni, luoghi, ritmi vitali, attese, sacrifici, speranze, sentimenti, in una ininterrotta comunione empatica con la Natura. Le sue immagini ci coinvolgono in un racconto interiore ed instaurano con chiunque le osservi un rapporto di sguardi che non può che ricondurre a sensazioni di grande armonia, generata soprattutto dalla capacità di De Finis di conciliare in un perfetto equilibrio visioni realistiche e immagini astratte, ognuna delle quali dotata di una propria intima potenza espressiva. Alessandro Trabucco". |