Ostra Vetere: Gazzetta dj è d’accordo con l’Ordine dei Giornalisti perché l’informazione non si compra |
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Sabato 08 Settembre 2012 18:36 |
Il nostro giornale on-line “Gazzetta dj” è totalmente d’accordo con il comunicato diffuso dall’Ordine dei Giornalisti delle Marche a proposito dello scandalo delle interviste a pagamento di personaggi politici nazionali: “06/09/2012 - L’INFORMAZIONE NON SI COMPRA - Nessuno può pensare di piegare la libertà di informazione alle esigenze del marketing o all’entità delle inserzioni pubblicitarie vendute dai giornali o dalle emittenti televisive. La vicenda delle interviste a pagamento concesse da alcune emittenti televisive dell’Emilia Romagna e la recente denuncia dell’Assostampa di Puglia secondo cui un importante quotidiano sarebbe stato escluso dalla campagna pubblicitaria della 76/a Fiera del Levante in seguito alla pubblicazione di articoli non graditi, inducono l’Ordine dei Giornalisti
della Puglia a ricordare a tutti, editori, direttori, giornalisti e inserzionisti che le regole deontologiche della nostra professione vietano qualunque commistione tra informazione e pubblicità. L’Ordine ricorda che il lavoro dei giornalisti deve essere sempre chiaramente distinto da quello dei pubblicitari e che il lettore o il telespettatore devono essere messi sempre nelle condizioni di riconoscere quali spazi siano frutto del lavoro autonomo dei giornalisti e quali siano a pagamento. La situazione di crisi che investe il settore dell’editoria non può indurre ad alcun cedimento su questo fronte e l’Ordine invita innanzitutto i direttori a vigilare perché l’autonomia dell’informazione, la libertà di critica e di cronaca, non cedano il passo rispetto alle esigenze – sia pur legittime – delle aziende editoriali di trovare finanziamenti anche attraverso la pubblicità. L’Ordine Invita anche i colleghi a resistere ad eventuali pressioni che inducano a piegare la propria autonomia professionale alle necessità commerciali delle loro aziende e a denunciare episodi che spingano in una direzione differente. Il valore di un prodotto editoriale di informazione, e quindi anche della pubblicità in esso contenuta, si misura sulla sua riconoscibile autorevolezza, attendibilità e indipendenza ed è interesse anche degli inserzionisti – siano essi politici, enti pubblici o aziende private – tutelare questo valore".
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