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Giocondo Girolimetti: Campagna elettorale di sessant'anni fa. Secondo volantino |
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Domenica 14 Febbraio 2010 11:40 |
 Dal nostro lettore Giocondo Girolimetti, collezionista di modernariato, cartoline illustrate e documenti d'epoca, riceviamo una singolare serie di documenti di un sessantennio fa: materiale della propaganda elettorale risalente al 1948 in cinque distinti volantini, quattro del PCI e uno dei Comitati Civici, che pubblicheremo uno alla volta. Oggi è il turno del secondo volantino elettorale del PCI, dedicato all'indipendenza nazionale. L'ingenua rappresentazione si avvale di una iconografia un po' fuori le righe, con le ali angeliche che consentono al lavoratore rosso di sollevarsi e volare alto in cielo tra le nuvole, rispetto all'immagine cruda di fondo in verde, che lo vede saldamente proteso e oppresso a terra. Certo è ben lontana dalla cruda e distruttiva campagna d'odio fra i personaggi della politica di oggi, rispetto a quel modo quasi serafico della contrapposizione ideologica di sessant'anni fa. Si riverbera qui lo stereotipo del
contrasto alla "Peppone e don Camillo", che farà poi la fortuna di un ciclo di film tanto di successo negli anni del dopoguerra.
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Gazzetta dj 
Dal nostro lettore Giocondo Girolimetti, collezionista di modernariato, cartoline illustrate e documenti d'epoca, riceviamo una singolare serie di documenti di un sessantennio fa: materiale della propaganda elettorale risalente al 1948 in cinque distinti volantini, quattro del PCI e uno dei Comitati Civici, che pubblicheremo uno alla volta. Oggi è il turno del secondo volantino elettorale del PCI, dedicato all'indipendenza nazionale. L'ingenua rappresentazione si avvale di una iconografia un po' fuori le righe, con le ali angeliche che consentono al lavoratore rosso di sollevarsi e volare alto in cielo tra le nuvole, rispetto all'immagine cruda di fondo in verde, che lo vede saldamente proteso e oppresso a terra. Certo è ben lontana dalla cruda e distruttiva campagna d'odio fra i personaggi della politica di oggi, rispetto a quel modo quasi serafico della contrapposizione ideologica di sessant'anni fa. Si riverbera qui lo stereotipo del
contrasto alla "Peppone e don Camillo", che farà poi la fortuna di un ciclo di film tanto di successo negli anni del dopoguerra.