Il Consiglio regionale delle Marche approva, a maggioranza, lo strumento di programmazione economica. Critiche dell'assessore Marcolini alle scelte compiute negli ultimi mesi del Governo Monti, accusato di agire solo a colpi di decreto, come nel caso delle Province. “E’ chiaro a tutti che il bilancio 2013 è in grande affanno, con una riduzione delle risorse, ulteriormente aggravata dal Governo Monti”. Sono parole dell’assessore Pietro Marcolini al termine del dibattito consiliare
che ha preceduto l’approvazione, a maggioranza, dello stesso bilancio. “A livello nazionale è stato portato avanti un lavoro inevitabile, ma senza la necessaria politica di sostegno allo sviluppo. Molti provvedimenti sono rimasti solo sulla carta. Troppo poco è stato fatto sul fronte dei meccanismi di contrasto alla difficile situazione economica che sta attraversando il Paese”. “E’ inconcepibile pensare al riassetto istituzionale – ha aggiunto - a colpi di decreto. Parla chiaro la questione delle Province. Grande confusione anche sul fronte della finanza locale”. E facendo riferimento al bilancio regionale Marcolini ha parlato della “messa in sicurezza” di sanità, sociale e trasporti: “Penso che il tempo delle decisioni sia arrivato per confermare l’equilibrio che faticosamente abbiamo conquistato. E’ indispensabile una revisione del cofinanziamento nazionale e, su questo fronte, dobbiamo avviare subito il confronto.” Andando alle cifre, la spesa complessiva della Regione Marche ammonta a 620 milioni di euro, senza considerare la sanità, per la quale è prevista una quota pari a 2 milioni e 680.000 euro. Fino ad oggi, la revisione della spesa – per quanto riguarda i costi della politica, della burocrazia e dell’amministrazione - ha determinato un risparmio pari a 30 milioni di euro. Nell’ambito delle manovre nazionali, i tagli relativi alla Regione ammontano in totale a 420 milioni di euro, di cui 185 per la sanità e 235 per i trasferimenti del Patto di stabilità. Di un bilancio non facile ha parlato anche il relatore di maggioranza, Mirco Ricci (Pd) evidenziando le scelte “coraggiose” compiute dalla Giunta soprattutto per quanto riguarda la difesa del lavoro, la sanità, il sostegno alle imprese, il supporto ai Giovani, l’internazionalizzazione, il contenimento della spesa. “Quello guidato da Monti è un esecutivo vampiresco, che ha dissanguato il nostro Paese”. Così ha esordito, invece, Roberto Zaffini (Lega Nord), proponendo un ampia disamina della situazione nazionale. “Ora è importante – ha concluso – riprendere la strada del federalismo e riportare il lavoro in Italia”. Secondo Marinelli (Per le Marche) quello presentato è un bilancio da “cesellatore”, da apprezzare vista la situazione attuale, ma dove sono presenti delle criticità poco condivisibili (“Non si possono prevedere fondi sempre per i soliti Comuni o il sostegno a iniziative ormai superate”), quando ci sono interventi sicuramente più urgenti. Dello stesso parere Massi (Pdl), che chiede “maggiore sobrietà”, anche in riferimento alle sacche di spreco prodotte negli enti dipendenti e nei sistemi locali di governance. Per l’assessore Marconi “ è da evidenziare tutto quello che si è riusciti a fare per la famiglia ed il sociale, nonostante i pesanti tagli nazionali. Una scelta politica precisa e lodevole”. Zinni (Pdl) ritiene che “questo sia l’ultimo bilancio di continuità con il programma politico di centrosinistra. Un bivio profondo, perché cambiando l’attuazione economica, si renderanno indispensabili delle trasformazioni anche nella vostra impostazione.” Trenta (Pdl) e Binci (Sel) si sono soffermati soprattutto sulle disfunzioni del sistema sanitario, mentre Cardogna (Verdi) ritiene che ci sia stato “un accanimento nei confronti delle Regioni, senza tener conto di chi ha ben lavorato”. Ampio ventaglio di problematiche affrontato da D’Anna (Gruppo Misto). Sessantuno gli emendamenti presentati e fra questi hanno ottenuto il via libera, a maggioranza, quelli a firma dell'assessore Mezzolani, che vanno a modificare la legge sul riordino del sistema sanitario regionale. In sintesi, vengono istituiti il “Servizio sanità” e il “Servizio Politiche sociali”, che sostituiscono il “Dipartimento unico per la salute e per i servizi sociali”.
A.Is. |