Ostra Vetere: I social network e i rischi per l’uso disinvolto |
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Lunedì 14 Gennaio 2013 19:51 |
L'uso dei mezzi di comunicazione di massa, come i cosiddetti social network, è sempre più diffuso in ogni ambiente, specie giovanile. Rappresenta oggi una modalità espressiva coinvolgente e diffusissima e la sua familiarizzazione conduce talvolta anche a qualche eccesso. Mentre nessuno si sognerebbe di mettere in piazza su manifesti i propri dati personali e, tantopiù, quelli affettivi e intimi,
pare che sui social network simili riserva vengano a cadere e c'è chi fa a gara a pubblicare le cose più personali e anche quelle più strampalate. E fino a quando si rimane nell'ambito della giocosità, poco male. Accade però talvolta di leggere commenti e messaggi, i "post", decisamente fuori dalle righe: nessun ritegno o riservatezza pare presiedere all'uso di simili strumenti. Anzi, talvolta si esagera oltre ogni limite della misura a compaiono scritte offensive e diffamanti. E' bene allora richiamare tutti ad un uso responsabile dei social network. Chi insulta sul social network può incorrere nel reato di diffamazione aggravata. Reato per il quale il codice penale prevede anche un anno di carcere. Illuminante, in proposito, una recente sentenza del Tribunale di Livorno, secondo cui insultare via Facebook è una cosa seria, esattamente come un insulto a mezzo stampa. Su Facebook valgono quindi le stesse regole che valgono su un giornale, in radio o in tv. Chiunque scrive ha infatti un suo pubblico e per questo è prevista la diffamazione aggravata e non quella “semplice”. La sentenza livorenese si riferisce a al caso di una ragazza di 27 anni che, dopo essere stata licenziata, si era lasciata andare a pensati insulti su Facebook contro il datore di lavoro. Insulti anche razzisti, visto che l’uomo era di origine albanese. Il Tribunale ha deciso che dovrà pagare una multa di mille euro: secondo la sentenza, Facebook ha una “diffusione incontrollata”, per questo quell’insulto è punibile come una qualsiasi altra forma di diffamazione aggravata. Occhio, quindi, a non esagerare su Facebook.
Chiara Fiorani |