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Home Gazzetta dj Comunicati Ostra Vetere: Stamattina a Roma i funerali di Fabrizio Lipani
Ostra Vetere: Stamattina a Roma i funerali di Fabrizio Lipani PDF Stampa E-mail
Mercoledì 31 Marzo 2010 22:22
Fabrizio Lipani consegna il primo Premio San Giovannino nel 1988Questa mattina si sono svolti a Roma i funerali di Fabrizio Lipani. Come abbiamo annunciato ieri, al termine di una lunga malattia, è venuto a mancare a tutti noi la guida illuminata di tanti decenni di attività culturale del Centro di Cultura Popolare e del nostro giornale on-line "Gazzetta dj", che lui ha continuato a leggere fino agli ultimi giorni della sua vita, per seguire quotidianamente le vicende del paese di Ostra Vetere, che tanto amava. A Roma Fabrizio era nato dal padre siciliano Ernesto, dirigente dell'Alitalia, e dalla mamma ostraveterana Giannina Borgiani, nel 1939. A Roma abitava e aveva frequentato tutti i gradi scolastici, ma era affezionato a Ostra Vetere, dove tornava regolarmente per le ferie estive e per le vacanze natalizie, che trascorreva prevalentemente qui, dove aveva intrecciato solidi rapporti di amicizia con tanti di noi. Compiuti gli studi, si era dedicato giovanissimo a una intensa attività di approfondimento di quelle materie che tanto prediligeva: l'arte, l'antiquariato, l'archeologia, la storia, la demoantropologia, le tradizioni popolari. Era, questa sua, una intensa passione culturale che, da studioso attento e competente, lo ha accompagnato per tutta la vita. E di questa passione non faceva certo mistero, anzi, amava trasmettere il suo sterminato bagaglio di competenza e di sapere a tutti coloro che avevano voglia di apprendere. In questo è stato maestro: ha educato tanti di noi ad affinare la nostra sensibilità intellettuale all'amore per l'arte e per la cultura. Ancora giovani, tanti decenni fa, aspettavamo che tornasse da Roma in "villegiatura", come si diceva allora, per poterlo ascoltare: sapeva colpire l'attenzione di chi lo frequentava, coinvolgendo ognuno negli argomenti che sviluppava, sollecitando la partecipazione indistinta di tutti. Non aveva solo piacere di parlare, ma di spiegare e farsi comprendere. Anzi, di più. Aveva piacere di ascoltare anche tutti noi, guidando amabilmente le discussioni. Sapeva convincere, perchè sapeva ascoltare e in questo era la sua grandezza. Ci ha trasmesso tanto della sua cultura, della sua conoscenza, della sua sapienza. E ci ha anche stimolato a impegnarci, a studiare, a capire e a fare. Ricordo ancora quando, era il 1968, sotto il suo pungolo avevo incominciato a dedicare parte del mio tempo libero ad approfondire la storia locale. Quanto materiale storiografico mi ha fornito, quanti suggerimenti mi ha dato, quanti libri mi ha fatto leggere, mai soddisfatto di aver fatto abbastanza per assicurarmi una guida rigorosa e un consiglio competente e disinteressato. Appena costituimmo il Centro di Cultura Popolare, nell'ormai lontano 1975, si dedicò subito ad aiutarlo a crescere. Non è un caso che, insieme a lui, demmo origine alla prima iniziativa culturale con la mostra delle Confraternite nel dicembre del 1976 a Santa Lucia e, l'anno dopo, nel 1977, iniziammo a pubblicare la collana di testi monografici. Infatti il primo volume della collana porta anche la sua firma. E tanti altri furono poi i volumi della collana da lui firmati, fino all'ultimo di due anni fa, che è un po' il suo testamento d'amore per il nostro paese: la "Guida di Ostra Vetere" che, correggendo errori e imprecisioni di precedenti altrui redazioni, ci ha restituito finalmente chiara la lettura dei monumenti paesani come lui sapeva leggerli, con la sua grande competenza e con la sua attenta osservazione. Poi il male terribile che lo ha colpito. Ma, nonostante ciò, non ha voluto mancare nemmeno l'anno successivo al suo annuale appuntamento estivo con il nostro paese, dove è tornato, seppur brevemente. Ho continuato a tenere con lui frequenti contatti telefonici e telematici e, fino all'ultimo, ha continuato a parlarmi di Ostra Vetere e degli ostraveterani, anzi, dei montenovesi, come anche lui amava dire. L'ultima telefonata nemmeno una settimana fa, per raccomandarmi ancora alcune cose. Poi il silenzio. Non mi ha risposto ieri sera quando ho chiamato a casa sua. Al telefono rispondeva la segreteria telefonica: "Siamo spiacenti, non siamo in casa. Potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico". Ho provato a chiamarlo al cellulare, che ha squillato a lungo prima di sapere dalla sorella Francesca la terribile notizia: Fabrizio si era addormentato serenamente nella morte il pomeriggio precedente.

Alberto Fiorani

 

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    Ma non serve chiudere la stalla quando il bove è fuggito.