Europa: Il declino della politica con i partiti che muoiono |
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Domenica 26 Maggio 2013 16:15 |
E' un appuntamento elettorale particolarmente importante, quello di oggi, per le conseguenze politiche che produrranno. Il primo dato delle amministrative dice che l’affluenza segna un ulteriore calo, come già era avvenuto alle politiche del 24 e 25 febbraio scorsi, quando un quarto netto degli elettori era rimasto a casa. Da quell'epoca, i partiti non hanno dato grandi prove di efficienza davanti a un Paese, ormai in ginocchio dalla crisi. Dopo la lunga paralisi seguita al voto, l’incapacità di eleggere un nuovo
presidente della Repubblica, le risse quotidiane delle “larghe intese” tra Pd e Pdl, il non facile debutto dei Cinque stelle nel grande gioco della politica parlamentare, l'opinione pubblica è francamente disorientata. Si intravede una tendenza all’autodistruzione: anche i partiti muoiono. Spesso per loro stessa mano. E’ il caso del Partito laburista irlandese, alleato di un governo con Fine Gael di centrodestra, a causa delle manovre lacrime e sangue voluta da Unione europea e Fondo monetario internazionale, dal 19,6% piombato al 4,6%. In Inghilterra i liberal-democratici subiscono un crollo verticale: dal 23% conquistato nel 2010, ora navigano attorno all’8%. In Germania il partito liberaldemocratico, alleato di governo della Cdu, nel 2009 aveva conquistato il 14,6% dei voti, che è stato il miglior risultato di sempre, oggi dai sondaggi nazionali viene dato al 5%. Non migliore la situazione in Portogallo: nel 2011 il premier socialista Socrates concordò con Bruxelles una manovra lacrime e sangue per risanare i conti pubblici, ma il parlamento la bocciò e Socrates fu costretto alle dimissioni. Ancor più emblematiche la storia del Movimento socialista panellenico Pasok, passato dal 43,9% del 2009 al 12,28% del 2012 e oggi governa ancora, in una coalizione formata con Nea dimokratia, di centrodestra.Non migliori le prospettive anche da noi. Vedremo presto l'esito.
Daniela Crocetti |