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Italia: Fini è alla fine? PDF Stampa E-mail
Lunedì 19 Aprile 2010 13:17
Fini è alla fine o noNella cronaca politica di questi giorni tiene banco il dissidio Fini/Berlusconi. Come andrà a finire? Vattelapesca! Imprevedibile. Più che dalla fine, forse è meglio cominciate dall'inizio, da quando, circa un paio di anni fa, Berlusconi ebbe un sogno e decise: "Farò un partito nuovo". Via la vecchia Forza Italia, via l'esperienza finallora vincente: decise di fare tutto nuovo, spiazzando anche i suoi, che non ne sapevano niente e accettarono subito le decisioni del capo senza discutere. Anche quel furbacchione di Fini non fece tanti complimenti e assunse il ruolo di "cofondatore": via la vecchia Alleanza Nazionale, avanti con il nuovo Popolo delle Libertà. Non più due partiti, ma uno solo: fusi insieme perchè così aveva deciso il capo dei capi e così voleva anche il furbo Fini, che già si fregava le mani pensando a quando avrebbe ereditato tutto quel bendidio di voti, una volta tramontato il capo dei capi. Peggio per quel povero allocco di Casini, (che forse tanto "allocco" non era) che faceva tanto lo schizzinoso rifiutando di far confluire nel nuovo partito di maggioranza il suo UDC. E peggio per loro anche per quei due destrorsi di Storace e Santanchè che, per non fondersi, ruppero con il vecchio partito di AN fondando "La Destra", poi miseramente naufragata alle elezioni. Sembrava una avanzata travolgente e inarrestabile, tutti i risultati elettorali davano ragione: vittoria su vittoria premiava il disegno di Berlusconi. Ma intanto Fini incominciava a capire che una cosa è fondere due partiti, altra cosa è fondere due ideologie diverse. E così, sempre più spesso, ha cominciato a prendere le distanze da Berlusconi, enunciando nuove verità politiche e ideologiche, non sempre in linea con le idee del capo dei capi. Per un po' è andata avanti a distinguo e puntualizzazioni, poi qualche incontro politico sembrava aver rimesso a posto le cose. Ma Fini si spostava sempre più su posizioni divergenti, fino ad essere tacciato di diventare un "compagno". Forse mirava alla prossima Presidenza della Repubblica e a tentare di ingraziarsi il PD con le sue nuove idee sulla fecondazione assistita, sul finevita, sul testamento biologico, sui diritti degli immigrati, sulla cittadinanza agli extracomunitari: tutte idee "rosse". Ma c'erano le elezioni regionali in vista e tutti trattenevano il fiato, sperando che passasse la buriana. Adesso le elezioni regionali ci sono state, Berlusconi le ha vinte di nuovo e si pensava che Fini si fosse finalmente messo il cuore in pace. E invece manco ci pensa. Anzi. E dagli ambienti a lui vicini partono bordate sempre più fragorose. Ma perchè? Si domanda l'opinione pubblica frastornata. E la risposta sembrerebbe essere quella dell'ipoteca che la Lega sta mettendo sempre più strettamente sul governo e sullo stesso Berlusconi, costretto a ingoiare l'instaurarsi di un asse condizionante Berlusconi-Bossi. Ma è solo l'invidia e il risentimento che muove ora la reazione di Fini? Certo che no. Fini non è un ragazzino capriccioso e la partita è ben più grossa: è l'assetto futuro del Paese, che ormai si va delinendo con sempre maggiore chiarezza, che piace sempre meno a Fini, che sta reagendo con una logica politica conseguente. Verrebbe quasi da condividerne, almeno in parte, le sue motivazioni "istituzionali", se non quelle "politiche". Ma il gioco rischia di diventare grosso e Berlusconi, che certamente ha il senso delle proporzioni, ha già tagliato corto: "Con me o contro di me", pare la sua dura condizione imposta, pur condita di espressioni ben più mielose. Ma la sostanza non cambia. "Fini deve decidere da che parte sta e deve smetterla di fare il bastian contrario". E la situazione è ora giunta a una svolta clamorosa. Dopo l'incontro a pranzo di tre giorni fa, Berlusconi vuole una risposta chiara. Cosa farà Fini? Intanto ha convocato per domani una riunine di tutti gli esponenti dell'ex AN per decidere cosa fare. Domani vedremo, anche se già da oggi è chiaro che molti dei suoi non risponderanno all'appello e diserteranno l'incontro. Sarà un flop? Fallirà ogni ambizione distinguista di Fini? Intanto possiamo tentare qualche ipotesi. E ci pare che le strade possibili sono solo due: o Fini si piega, o Fini rompe. Se si piega e ingoia il rospo, costrettovi dalla defezione dei suoi, si avvierà al suo ineludibile declino politico, sempre più isolato e inviso non solo dalla componente "forzista" del PDL ma anche dai suoi (basta pensare a cosa sta dicendo in questi giorni la Santanchè che, dopo aver rotto AN accusando Fini di voler far morire la destra nel pentolone berlusconiano, sconfitta e dopo un rapido voltafaccia ha incassato un sottosegretariato nel governo dell'ex odiato Berlusconi e ora spara di nuovo su Fini "scissionista"). E sarà la sconfitta politica di Fini alla fine. Se invece trarrà, come sarebbe logico e doveroso, le conseguenze delle sue azioni, dovrà rompere e ricostituire AN. Ma sarà ancora una sconfitta, perchè ben pochi lo seguirebbero e sarà evidente a tutti che Berlusconi avrà stravinto di nuovo. E sarà per Fini un ineludibile declino politico. L'una o l'altra soluzione porterà Fini alla fine. Ma la colpa è solo la sua: per troppa furbizia ha sbagliato a fondere AN nel PDL e ora paga le conseguenze. Fini è alla Fine? Pare proprio di si. A meno che, sopravvivendo a dispetto di tutto e di tutti, non riesca a ritrovare uno spazio politico ed elettorale per risorgere tra tre anni, per le elezioni politiche del 2013. Ma per la Presidenza della Repubblica intanto ha perso il treno.
 

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