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Home Gazzetta dj Comunicati Italia: Nuvola nera sulla direzione nazionale del PDL
Italia: Nuvola nera sulla direzione nazionale del PDL PDF Stampa E-mail
Giovedì 22 Aprile 2010 13:17
Diverbi tra Fini e Berlusconi nella Direzione Nazionale del PDLE' iniziata a Roma, presso l'Auditorium della Conciliazione, a due passi dal Vaticano, la direzione nazionale del Pdl. Si tratta di un momento importante del maggiore partito italiano, dopo lo strappo tra i due cofondatori, Fini e Berlusconi, e dal quale potrebbe dipendere il destino stesso della maggioranza di governo. Fini è stato fra i primi ad arrivare e poco dopo è giunto anche Berlusconi, ma lo sbocco che prenderà la vicenda è ancora in sospeso: dopo la riunione di due giorni fa della "pseudocorrente" di Fini, che ha raccolto solo una cinquantina di parlamentari ex AN, mentre tutti o quasi i capi storici hanno preso le distanze inchinandosi al vincitore annunciato dello scontro, Berlusconi, tutte le incognite sono aperte. Gli ex colonnelli di Fini tentano di stemperare i contrasti invocando unità da una parte e legittimità del dissenso dall'altra. E fin qui sarebbe un fenomeno normale in un partito normale. Ma il PDL è un partito normale? Dobbiamo attenderci che dalla Direzione del PDL esca un partito scissionista finiano o stravincerà, come pare, Berlusconi che imporrà un monolitismo ideologico (ammesso che si possa definire così) in cui non ci sarà più discussione? L'onorevole Bocchino, finiano di ferro, non mette in discussione l'unità del PDL, ma insiste perchè al suo interno il ruolo di una minoranza venga rispettato. Aprendo i lavori della direzione nazionale, Berlusconi gli ha implicitamente risposto proponendo di far svolgere il congresso nazionale entro l'anno, poi spiega: "Non ritengo si possa dire che il nostro non sia e non sia stato un partito democratico". "Sono stati gli elettori a volere questo partito - ha aggiunto Berlusconi - E noi abbiamo realizzato un movimento che è democratico. La democrazia è fondamentale per il nostro partito. Fino ad ora questa democrazia ci ha consentito di lavorare bene insieme e di vincere tutte le elezioni nei due anni di vita del partito". Per quanto riguarda gli organigrammi così come per i candidati alle Regionali "il presidente del partito non ha mai imposto la sua volontà", ha detto Berlusconi "Non c'é un solo uomo in nessun posto che il presidente abbia imposto". E le decisioni sono state prese dai coordinatori. "Quando mi chiedono qualcosa - ha detto ancora Berlusconi sorridendo - la mia risposta è sempre la stessa: sono ai vostri ordini". Poi hanno preso la parola i coordinatori del partito Verdini, Bondi, e La Russa per chiedere unità contro ogni ipotesi di contrasto e divisioni. Hanno quindi parlato ministri ed esponenti della destra, molti per scongiurare la nascita di correnti, che portano alla frantumazione del partito. Solo dopo di loro è stata lasciata la parola a Fini, che ha subito rimarcato: "Francamente - ha detto Fini - anche nella regia dell'avvio dei lavori c'é un atteggiamento un pò puerile di chi vuole nascondere la polvere sotto il tappeto". "Avere opinioni diverse rispetto a quelle del presidente del consiglio", credo sia legittimo, ha detto Fini. "Non sono geloso, ma solo abituato a dire ciò che penso, se non sono d'accordo. Da mesi e non da ora dico che non mi piace il presepe che ho contribuito a creare", ha detto Gianfranco Fini parlando alla direzione del Pdl. "Non sono un traditore" sottolinea la sua lealtà Fini, dicendo che le sue critiche non rappresentano "un tradimento". Berlusconi lo interrompe: "Questo non l'ho mai detto". Fini riprende la parola: "Hai diritto di replica, lo eserciterai". Botta e risposta, scintille che dimostrano il parossimo della tensione cumulata. Poi le occasioni di battibecco si moltiplicano, a iniziare dai contrasti con i giudici per le liste nel Lazio e alle ipotesi di riforma della giustizia con il processo breve, con Berlusconi che interrompe a più riprese Fini, che di rimando risponde "Berlusconi è inutile che mostri insofferenza". Una rapida e gelida stretta di mani dopo la conclusione dell'intervento di Fini ha portato di nuovo Berlusconi al microfono per attaccare, ma Fini in prima fila scatta in piedi per contestarlo e Berlusconi gli rinfaccia: "Se vuoi fare politica dimettiti" e gli fa con la mano il gesto di andare via. "Cosa fai, mi cacci?" replica Fini replica a muso duro a Berlusconi che lo accusa di fare dichiarazioni politiche da presidente della Camera. E così Fini salta la pausa pranzo, dopo il duro scontro con Berlusconi, convoca i suoi fedelissimi e si apparta in riunione con la sua componente. Fin qui la cronaca della concitata riunione del consiglio nazionale del PDL. Doveva servire per un chiarimento. E invece si addensano nubi nere sul futuro del partito. Vedremo cos'altro succederà nel pomeriggio.

 

 

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