Italia: Tutti no al "patto repubblicano" di Bersani |
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Domenica 25 Aprile 2010 07:14 |
No. No. No e no. Tutti no alla proposta di "patto repubblicano" incautamente avanzata ieri dal segretario del Pd Bersani. No da destra. No dal centro. No da sinistra. E no anche dal suo stesso partito. Ma come è venuta l'idea a Bersani di fare una proposta così? Già ieri l'avevamo previsto. E' stata una provocazione sterile, perchè priva di prospettiva. Come si fa ad avanzare una proposta di allargamento, mentre di stringe tutto, confermando testardamente il bipartitismo che nessun altro può volere, se non solo lui e Berlusconi? E questo sarebbe il grande stratega che il Pd ha messo recentemente in pista? Ammappela oh! E infatti subito Fini ha replicato che nemmeno ci pensa a uscire dal Pdl e rimane a destra. E bravo Bersani, che così ha bruciato anche le ultime carte di Fini, ricacciandolo nel vicolo cieco dal quale sembrava volersi tirare fuori. Altrettanto ha detto Rutelli, che con il suo minuscolo Api gli rinfaccia il motivo per il quale pochi mesi fa aveva scisso il Pd, perchè privo di linea politica. E bravo Bersani, che così
ha fatto ricordare da Rutelli che anche il Pd ha avuto di recente una scissione, casomai qualcuno se ne fosse già dimenticato. Allo stesso modo gli ha risposto Vendola, il governatore di sinistra della Puglia, per il quale Gianfranco Fini è certamente un interlocutore con cui discutere, ma non automaticamente un alleato, anzi, la proposta di Bersani dimostra confusione di idee e non aiuta Fini nella sua battaglia. E bravo Bersani, che così ha consentito a Vendola di rinfacciargli lo scherzetto pugliese del Pd, che aveva fatto di tutto per liquidarlo prima delle elezioni. E ancora no è venuto clamorosamente dal suo predecessore ex segretario del Pd, Dario Franceschini, per il quale quella di Fini "é stata una svolta importante, una scelta coraggiosa e intelligente" ma "resta un nostro avversario e non bisogna trascinarlo in scenari confusi e in schemi da grande centro" che "non allargherebbero quello spazio politico già occupato dall'Udc". E bravo Bersani, che riesce a far risorgere anche colui che aveva sconfitto nella competizione per la segreteria. Non c'è che dire: quasi un capolavoro di autodemolizione. Non sappiamo come commenteranno gli sviluppi della situazione i politologi nostrani, ma se il contrasto di Fini nella direzione nazionale del Pdl era stato definito dai giornali come un "suicidio in diretta", quello di Bersani come dovrebbe essere etichettato? E ancora mancano le risposte di Udc e Idv. Avanti un altro, và.
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